La lepre pazza - 1° capitolo - la zia adele
Data: 31/08/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Samuela
... superficialità nel suo darsi nell’amore.- L’unica cosa che gli invidio è la spregiudicatezza della forza fisica.- In fondo ciò ch’io chiedo al maschio è una bella sborrata calda sul seno o nella mia bocca.- Per il resto un mondo senza maschi mi andrebbe più che bene!
Con la donna invece è tutto abbagliante, una luce improvvisa ad ogni conoscenza, una tempesta ormonale ad ogni innamoramento, un profluvio di umori, sapori ed odori ad ogni scopata.- Non provo proprio alcuna vergogna, anzi mi eccito ancor’oggi, nel confessare di aver cominciato ad apprezzare il dolce sapore di un sesso femminile all’età di sedici anni.- Ve lo racconto così cominciate a conoscermi.-
Ero in terza liceo e vivevo a casa di una sorella di mia mamma, la quale in un pomeriggio piovoso mi iniziò al sesso lesbico.- Come fu? Forse qualcuno giudicherà banali i fatti e forse non merita il raccontarli.- Al contrario per me ciò che avvenne fu importante, perché mi confermò il mio più intimo sentire.-
Quel pomeriggio fuori pioveva, in casa eravamo sole: io e mia zia Adele.- Nella mia cameretta stavo sdraiata leggendo un classico libro di erotismo: “L’anti-Justine” di Restif de la Bretonne, autore francese della metà del ‘700 antesignano del romanzo pronografico.- Ero completamente immersa nelle vicende erotiche della protagonista, tanto che accompagnavo ciò che andavo leggendo con intense carezze alla mia vulva appena impelata ed al mio clitoride rosa che graziosamente la sormontava.- Ero ...
... bagnatissima!!
Nel momento stesso in cui mi abbandonai alla spirale del piacere che montava in me, inarcandomi sul letto, entrò d’improvviso mia zia la quale si rese subito conto di ciò che stavo facendo dato che avevo jeans e slip calati sui ginocchi, cosce appena divaricate, mano sinistra sul monte venereo, medio ed indice sulle labbra di una fica gocciolante.- Guardai mia zia e colsi sul suo viso un leggero sorriso, ma terrorizzata da quell’intrusione mi misi a piangere.-
Capii ben presto quanta complicità c’era in quel sorriso. Adele, sorella di mia madre, piacente donna di 50 anni, vedova “bianca”, si sedette sul letto al mio fianco sussurrandomi: - Niente, niente, Samuela,…non è successo niente…- Ma i miei singhiozzi non accennavano a finire, così mia zia cercò, abbracciandomi, di calmarmi.- Mi sarei aspettata che mi aiutasse a ricompormi, ma, grande fu la mia sorpresa, che la sua mano sinistra trovò posto con delicatezza fra le mie cosce nude che nel frattempo tenevo serrate.- Smisi a poco a poco di piangere e mi lasciai coccolare passivamente.- Mia zia mi baciava le guance con delicatezza, poi cominciò ad alternare dei brevi baci leggeri in un orecchio.- La mano cominciò a farsi strada all’interno delle mie giovani cosce.- Quello che provavo era per me qualcosa che stava fra la prepotenza di un piacere che non conoscevo, un senso oscuro di colpa ed un infinito desiderio da troppo tempo represso.-
Mia zia silenziosamente non cessava di baciarmi, anzi aveva cominciato a ...