1. Provini (2)


    Data: 04/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    Mi alzo in piedi e mi guardo intorno alla ricerca del mio stallone, ma nella stanza siamo solo in tre. Afferro un telo da una credenzina e mi cingo la vita. Esco e mi dirigo al bancone per prendere qualcosa da bere. Andrea è ancora seduto sullo sgabello a sovrintendere ai lavori di preparazione del materiale per i provini. Continua a sorridermi. “Posso bere qualcosa?”, gli chiedo.
    
    “Certo!”, mi risponde, ed i suoi occhi mi scrutano con insistenza. Mi volto e mi piego per prendere una bibita dal frigo, mentre la sua voce alle mie spalle mi sussurra: “Hai sempre il più bel culo del mondo!”. Mi si gela il sangue nelle vene e mi sorge un sospetto. Mi giro. Lo guardo. Ha ancora lo stesso ghigno. D’improvviso mi viene la nausea.
    
    Il bicchiere mi cade dalla mano e si frantuma sul pavimento. Lui si toglie il sigaro dalla bocca, si lecca le labbra come assaporasse qualcosa ed esplode in una risata sguaiata che richiama l’attenzione di tutti gli operatori presenti.
    
    “Tu!”, inveisco. “Eri tu? Che schifo!”. Lui non risponde ma continua a ridere. Mi sento sporco: il pensiero di aver avuto questo insulso ometto dentro di me, e soprattutto di avere ancora il suo seme nelle mie viscere, mi fa venire voglia di vomitare. Avrei voglia di spaccargli la faccia, ma forse avrei voglia di spaccarla di più a quel traditore di Knut. Lui deve sicuramente essere complice di tutta questa situazione. È stato lui ad invitarmi qui! È lui il protagonista di questa realtà parallela che crede essere un ...
    ... continuo film. Sono inorridito!
    
    “Che schifo??!!”, si sorprende Andrea. “Non mi sembrava che fossi schifato mentre il mio cazzo ti faceva raggiungere l’orgasmo!”. Quindi, il peso che sentivo sopra di me non era quello dei muscoli gonfi dello stallone del film, ma quello del grasso di questo insulso soggetto che ora ho di fronte!
    
    Indignato per le sue ultime parole, sbatto la bottiglia sul bancone e torno nella stanza sul retro. Non c’è più nessuno. Allora prendo il corridoio che va verso i camerini. In fondo c’è una luce. Corro e spalanco la porta. Knut è seduto davanti allo specchio.
    
    “Ehi! Sei andato via! Allora: ti è piaciuto?”, mi chiede voltandosi.
    
    “Tu!... TU!... Come hai potuto?”, lo aggredisco.
    
    “Ma che stai dicendo? Di che parli?”, finge di essere sorpreso.
    
    “Tu mi hai fatto scopare da quel… troglodita!”.
    
    Lui sgrana ancora gli occhi e poi fa: “Non sarà stata certo la prima volta!”, e si volta e torna a sedersi davanti allo specchio.
    
    “Ma chi sei tu? Non certo la stessa persona che diceva di amarmi fino a poco tempo fa!”.
    
    “No, non più”, risponde laconico, e torce il collo e i suoi occhi mi trapassano da parte a parte.
    
    “Ma che ti è successo? Non sarai diventato l’ennesimo schiavetto di quello là?”.
    
    “Io non sono lo schiavetto di nessuno, chiaro!”, mi urla contro balzando in piedi e raccogliendo gli ultimi frammenti di orgoglio che gli sono rimasti.
    
    “Ah, davvero? E allora come spieghi il fatto di avergli permesso di fottermi? Adesso mi odi a ...
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