1. Provini (2)


    Data: 04/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    ... tal punto?”.
    
    Digrigna i denti. Non trova una risposta. I suoi occhi si riempiono di lacrime. Mi si avventa contro. Mi strappa il telo dalla vita e mi fa girare spingendomi contro il muro. Mi sfiata sul collo. “Io non sono lo schiavetto di nessuno, capito!”. Poi, la sua voce si fa più dolce e aggiunge: “E soprattutto non ti odio”. Il suo ventre si accosta alle mie chiappe. Il suo cazzo si ingrossa ad una velocità incredibile. Alza la testa e mi preme contro la rosellina. Senza che debba indirizzarlo con la mano, mi entra dentro e, approfittando della lubrificazione fattami dallo sperma di Andrea, risale il mio sfintere in men che non si dica. “Lo senti quanto non ti odio, eh?”. Non riesco a muovermi: mi costringe contro la parete e inizia a muoversi dentro di me. Io, d’altronde, non mi oppongo: non la prendo come una violenza. Sento che la sua è passione e non rabbia, ed è come se i nostri corpi a contatto si trasmettessero tutto il desiderio di cui sono capaci.
    
    Il cazzo percorre tutto il mio budello e arriva in fondo; poi, Knut si ritrae fino a tenermi dentro solo la cappella. Quindi, risale nuovamente, stavolta con più impeto. Un colpo alla prostata mi fa sobbalzare e il tedesco sospira profondamente.
    
    “Non…”, sibila, e mi dà un altro colpo, “… sono…”, e un altro colpo, “… lo schiavetto…”, e un colpo ancora, “… di nessuno… AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, rantola dopo l’ennesimo affondo, quando la rabbia gli fa perdere il controllo e mi schizza in corpo il frutto ...
    ... dei suoi lombi. Con una mano sulla pancia mi trattiene contro il suo ventre, finché i suoi coglioni non si svuotano completamente. Poi, rimane fermo, respirando a fatica: la sua verga si ritira lentamente e scivola fuori dai miei intestini. Sento la sborra colarmi giù per le cosce, mentre Knut si stacca da me.
    
    Istintivamente, senza voltarmi, raccolgo il telo da terra, me lo avvolgo attorno alla vita alla bell’e meglio, e corro fuori dal camerino, in direzione della stanza sul retro. Ho solo voglia di recuperare i miei vestiti e di scappare via da questo posto di perdizione.
    
    Tuttavia, arrivato quasi sulla soglia, sento un vociare convulso: alzo gli occhi, umidi di lacrime non ancora sgorgate, e vedo un ragazzino pallido seduto sul bordo del divano posto a ridosso dell’ingresso. Mi asciugo il viso, mi blocco e mi accosto all’uscio, rimanendo nell’ombra. Il ragazzino è intento a lubrificarsi la rosellina con fare nervoso: si infila la mano in bocca, la insaliva ben bene e poi la porta al solco e spalma la bava sul buco. Si penetra con due dita e poi ripete l’operazione. Un ciuffo liscio gli copre del tutto l’occhio destro; l’altro, invece, si chiude in un’espressione intensa quando con le falangi si dilata l’anellino.
    
    Dopo la terza volta, riapre gli occhi e guarda davanti a sé: la sua bocca si spalanca lentamente e dal suo viso traspare enorme stupore. Di fronte a lui compare Rico, statuario come sempre e col cazzo che punta dritto alle sue labbra rosse. La lingua le ...