1. La soluzione del problema


    Data: 04/12/2017, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... risolto.
    
    Perché fingere di non capire o di non ricordare?
    
    Forse avrebbe voluto essere lei la soluzione al problema che aveva dichiarato di avere; magari intende ancora esserlo.
    
    Rispondo: “Certi problemi sono come l'appetito che torna per cena anche se si è mangiato a pranzo, specie se ci si trova davanti ad un'appetitosa pietanza”
    
    Il suo sorriso si spegne e, come se volesse fingere d'essere offesa, ma anche a confermarmi che stavamo comunicando sulla stessa frequenza, capendoci, mi dice “Pietanza? Non è un complimento”
    
    Mi viene prontamente la risposta: “Deve essermi sfuggito inconsciamente, perché... me la mangerei di baci!”
    
    L'ascensore sale velocemente. Lei incalza con più audacia di me “Coloro che parlano troppo spesso non vanno oltre le parole, ma o si riparano dietro una conversazione con altre persone o tenendo le distanze usando il lei nel parlare.”
    
    L'invito è esplicito. Rimuovo la distanza fisica avvicinandomi a lei fino a sfiorare il suo corpo, allungo anche una mano ma l'ascensore si ferma, la porta si apre automaticamente, lei è lesta ad uscire, sfuggendomi con abile destrezza e tornando a regalarmi di nuovo il suo ammaliante sorriso carico di maliziose provocazioni.
    
    Si avvia tenendo il collo girato verso me, riportandomi alla mente con maggiore nitidezza la sua immagine di ieri, quando mi ha guardato allo stesso modo e con la stessa espressione, appena mi aveva sentito dire le cose che avevo detto a Sergio.
    
    La seguo, anzi l'affianco, non ...
    ... le lascio frapporre distanze e le dico “La questione è seria, credo sia meglio approfondirla bene. Preferisci parlarne in camera tua o vieni da me? Io sto alla 308”
    
    Lei si ferma davanti alla 304, è evidente che è quella la sua stanza. Infatti la sta aprendo e mi dice “Io adesso faccio la doccia , caso mai ci si vede dopo, oppure hai già impegni per la cena?”
    
    Nel vano della porta si ferma sulla soglia.
    
    “Sono libero da subito e credo ti faccia comodo uno che ti insaponi le spalle nella doccia”
    
    Ride “Solo insaponarmi? Riesco a farlo anche da sola. Se vuoi essere servizievole devi essere disposto a ben altro”
    
    “Sono disposto a tutto!”
    
    “Potrei essere molto esigente”
    
    “Magari sono all'altezza delle tue esigenze, proviamo?”
    
    Lei guarda a destra ed a sinistra, oltre le mie spalle. Il corridoio è vuoto. Arretra verso l'interno e mi dice “Dai entra, prima che qualcuno ti veda”
    
    Entro senza indugio e lei con immediatezza richiude la porta e subito afferra la mia cravatta. Mi tira verso lei come se la mia cravatta fosse una capezza. Non riesce a dare al suo volto un espressione da duro anche se ci prova quando dice: "Hai mai giocato a fare lo schiavetto di una donna capricciosa?”
    
    Capisco o temo di capire. Si ho detto “temo” perché pur rispettando i gusti altrui, qualunque essi siano, io personalmente non ho, né ho mai avuto tendenze, neanche soft di sadismo, di masochismo, né di altre pratiche particolari. Non mi scandalizzo, né mi eccito, sto semplicemente al ...