1. La soluzione del problema


    Data: 04/12/2017, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... gioco dicendole “Potrei anche domarla una donna capricciosa”.
    
    In risposta lei mi ride in faccia, lascia la mia cravatta, si porta vicino al letto, si siede su di esso, solleva il ginocchio sinistro e si china leggermente in avanti per sfilarsi la scarpa dal piede, poi compie la stessa operazione sull'altro piede. Io guardo tra le sue gambe, lei tra le mie.
    
    Si lascia andare con le spalle sul letto e sollevando i piedi mi ordina di sfilarle le calze, anzi il collant. Obbedisco ed eseguo non per sottomissione ma per assecondare il mio desiderio di carezzare l'interno di quelle cosce mentre con una tecnica inventata al momento le tiro giù i collant, occupandomi più della pelle di lei che dell'indumento.
    
    A piede denudati lei solleva quello destro verso la mia faccia. Le afferro la caviglia delicatamente, con entrambe le mani per tenerla su senza che lei si sforzi troppo. Istintivamente comincio a baciarle l'alluce, poi gli altri diti, mentre le mani si destreggiano per elargire anche carezze mentre sorreggono. I miei occhi fissano a fasi alterne o il volto di lei, distesa sul letto, o la sottile striscia del suo slip tra le sue gambe.
    
    “Sei bella” le dico. Lei sorride compiaciuta e muove l'altro piede per portarla sul mio basso ventre. L'adagia sui miei calzoni premendolo sul mio pene già eretto. Mi abbasso sollevando il piede che ho sbaciucchiato per portare la gamba sopra la mia spalla. Sposto il piede che mi ha appena stuzzicato il cazzo portandolo sull'altra mia ...
    ... spalla e mi chino abbassandomi su di lei, andando con le mani sui suoi seni, cercando di raggiungere con la mia zona inquinale la sua: nonostante abbiamo ancora i vestiti addosso è forte in me il desiderio di far entrare in contatto i nostri sessi.
    
    Lei che pure è stata la prima stuzzicarmi, che sinora non solo non ha ostacolato alcuna mia iniziativa ma mi ha invogliato ad agire sempre più audacemente, all'improvviso si agita, cerca di liberare le sue gambe racchiuse tra le mie braccia tese verso i suoi seni e divincolandosi dice: “Scusami ma prima la doccia, non sopporto l'odore dell'ospedale dove sonno stata. è più forte di me... sai fino a quando non mi lavo mi sento addosso gli odori sia dei medicinali che dei degenti non tutti proprio amanti dell'igiene”
    
    “Sei un medico?”
    
    “No ho assistito una persona. Parliamo d'altro. Facciamo la doccia insieme?”
    
    Mi sollevo per lasciarla muovere. Si spoglia con una naturalezza sconcertante. Quella sua normalità quasi “familiare” mi eccita moltissimo. Mi spoglio anch'io, avverto che mi osserva e mi giudica, credo di piacere anch'io a lei.
    
    Va in bagno, entra nella doccia, io la seguo. I nostri corpi nudi sono vicinissimi. Non resisto ulteriormente: l'abbraccio, la stringo, la bacio. Lei evidentemente è meno “rapita” di me visto che riesce con una mano ad aprire il rubinetto e una cascata d'acqua gelida si riversa su di noi. L'istinto ed i brividi mi fanno staccare da lei che ride divertita e subito agisce sui rubinetti per ...