1. La vendetta di Nuzza


    Data: 04/12/2017, Categorie: Tradimenti Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... curiosità sulla storia di Fernando fu un giovane di nome Umberto, da anni trasferito a Roma dove faceva il giornalista. Veniva in paese di tanto in tanto per trovare gli anziani genitori e, da coetanei, facemmo amicizia. Mi compianse per essere finito in quel deserto e mi augurò di allontanarmene presto. Gli chiesi conto delle voci che circolavano e dei voraci appetiti femminili di cui si favoleggiava. "E' lo stesso meccanismo", mi spiegò, " che porta a confondere un ciottolo che scivola da una montagna con una frana. Ci sono stati sicuramente episodi di incontinenza sessuale femminile ma da qui a dire che chiunque porti i calzoni deve stare attento, ce ne corre. Siamo in campagna e quello che accade nelle contrade sperdute e nei casolari isolati dal resto del mondo lo sa solo Dio, se c'è. Poi la maldicenza, l'invidia, la noia della vita quaggiù, fanno il resto e creano dicerie infinite. A un certo punto non è possibile distinguere il vero dal falso, la realtà dalla leggenda." "E questa storia di Fernando lo zoppo che non riesco a farmi raccontare?" Si fece serio, si accese una sigaretta e ne aspirò la prima boccata. "Quello è un altro discorso, il fatto è realmente avvenuto, ci fu un processo ma i giornali dell'epoca non ne parlarono. Allora i fatti cruenti di cronaca nera erano nascosti per dare l'immagine di un paese in cui tutto filava liscio e si poteva dormire con le porte aperte. A mezza voce se ne parla ancora ma si evita di scendere nei particolari, per, diciamo... ...
    ... rispetto...soprattutto con i forestieri." La mia curiosità era al culmine. Ci sedemmo su un muretto davanti a una fontana. Era una fresca ma gradevole giornata primaverile, il sole ci colpiva con tiepidi e timidi raggi. Umberto iniziò il suo racconto. "E' accaduto più di cinquanta anni fa, forse quasi sessanta se non sbaglio i calcoli. Se adesso questo paese sembra in capo al mondo immagina cosa doveva essere allora. Le strade erano mulattiere, una corriera passava tre giorni a settimana giù, a valle, e per prenderla bisognava camminare tre chilometri a piedi perché non si disturbava a salire fino a qui. D'inverno, durante le nevicate più fitte, si rimaneva isolati anche per dieci o quindici giorni. La vita scorreva placida e quieta, non succedeva quasi nulla, gli emigranti inviavano biglietti di colore verde e pacchi pieni di cose strane, i bambini erano costretti a indossare divise nere e ogni tanto si organizzava un raduno generale per ascoltare con gli altoparlanti l'ultimo discorso del Duce al paese. Nuzza, la vera protagonista della storia, era una gran bella ragazza, forse la più bella di qui. Alta, snella, in lei colpiva il contrasto tra i capelli e gli occhi, neri come il carbone, e la pelle e i denti, candidi come la neve. La vita non fu mai generosa con lei, fin dall'inizio; a meno di dieci anni si ritrovò orfana dei genitori e venne presa in casa da uno zio, fratello del padre, e da sua moglie, che erano senza figli. La nuova famiglia sembrava felice. Lo zio era ...
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