Duplice sodomia
Data: 08/09/2020,
Categorie:
Trans
Autore: Iridescente
... i primi stimoli dell’orgasmo. Mi sentivo sbattuto come una bambola di pezza da quei due maschioni che tra pochi istanti mi avrebbero inondato gli intestini di sperma. Fu per primo Ivan a emettere forti mugolii, segno che mi stava sborrando in corpo. Poi anche Alan iniziò a gemere ad alta voce. Nella foga dei movimenti e degli attriti, non avvertivo il loro sperma riversarsi nelle mie viscere, ma sicuramente era un fiume biancastro che si riversava nelle mie budella. Il mio cazzetto, che strofinava sull’addome di Alan, mi rimandò i primi segnali orgasmici. Li avvisai che stavo per venire, emettendo gridolini femminei. Loro ripresero a stantuffarmi il culo con rinnovata lena schizzandomi nel ventre gli ultimi getti di sperma. Eiaculai sul petto di Alan con strilli acuti. Avevo avvertito un piacere fisico tanto intenso da essere stato quasi insopportabile. Che favolosa inculata avevo subito! Fu Ivan che per primo sfilò il suo cazzo semieretto dal mio addome. Il cazzo di Alan, invece, mi rimase dentro, duro e fiero come un guerriero macedone che voleva ancora combattere. Lui mi chiese se poteva rimanermi ancora dentro perché voleva provare a raddoppiare il suo enteroclisma di sborra dopo un riposino. Gli feci capire che assentivo tornando a baciarlo. Rimase immobile nel mio retto per una decina di minuti, poi ricominciò a stantuffarmi il culo con il suo indomito pistone di carne. La “danza” durò forse cinque minuti senza pause, un tempo che può apparire breve, ma vi assicuro che ...
... cinque minuti d’orologio, non sono pochi per chi è già stato sodomizzato. Vedevo il corpo bruno di Alan luccicare di sudore e pure io avvertivo una goccia colarmi tra l’incavo dei seni. Avevo l’orifizio anale indolenzito ma i miei occhi brillavano di gioia nel sentire con quanta energia l’africano, stringendomi i fianchi con le sue robuste mani, mi facilitasse il movimento. Quando, finalmente, eiaculò, scorsi sul suo viso una specie di goduria finalmente saziata e una virgola espressiva di sofferente sollievo, come se il periodo refrattario al sesso gli ordinasse di mollare definitivamente le sue velleità virili. Il suo cazzo mi scivolò via dal culo ormai mezzo moscio. Ivan mi disse, con un tono soddisfatto, che lo sfintere me lo avevano talmente allargato da apparire come l’ingresso di una galleria dell’autostrada. Decidemmo di sdraiarci sul letto, riparati da una leggera coperta. Ci addormentammo con me in mezzo. Dalle tendine delle finestrelle del camper entrava il chiarore dell’alba quando ci svegliammo. Baciai ora l’uno, ora l’altro, con foga, chiesi loro di succhiarmi i capezzoli. Preso dalla foia, leccai loro le palle, poi chiesi che m’inculassero ancora assieme. Lo fecero cavalcandomi lungamente prima di raggiungere l’orgasmo. Ero così gratificato che sarei tornato a casa con quei due cazzoni infilati nell’intestino. Per qualche giorno dovetti fare clisteri e sciacqui con acqua di camomilla, ma ero felice. Si dice che la grossezza del cazzo non abbia importanza ma non ...