1. Il pomeriggio di un fauno - 2


    Data: 13/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    E all'improvviso si sentì una tale smania addosso, che avrebbe dato il culo al primo venuto! Affrettò, allora, il passo sul sentiero, verso i posti più riparati del boschetto, dove in genere si trovava la merce migliore.
    
    Si trattava di un macchione di alberi un po' fuori città e abbastanza trascurato, circondato com'era da campi abbandonati e roveti spinosi. Le famiglie non venivano a farci il picnic perché troppo pericoloso per i bambini, le coppiette non ci venivano a limonare perché in macchina non era possibile arrivarci, e così era diventato ben presto un luogo di rimorchio per i froci, che invece non hanno paura di niente.
    
    Naturalmente, la voce si era subito sparsa negli ambienti e tra le forze dell'ordine, che però si limitavano ad un controllo discreto, visto che finora tutto era filato tranquillo.
    
    Marcello lasciò il sentiero principale e prese una delle tante tracce che si inoltravano nell'intrigo del sottobosco, in cui lo spazio era appena sufficiente per passare senza graffiarsi. Qua e là si aprivano degli spazi più o meno ampi, ed era lì che si compivano i rituali e i sacrifici agli Dèi dell'amore.
    
    Ad un tratto, il giovane sentì alla sua destra dei guaiti sommessi: gettò allora l'occhio oltre il bordo di una siepe e vide un omone irsuto e debordante, che stava inculando a pecorina un giovanetto glabro e delicato, che ogni tanto girava la testa con aria estatica a cercare un suo bacio. Qualche metro più in là, stesi sul fianco a sessantanove sopra un ...
    ... vecchio plaid, altri due orsi ancora più massicci e pelosi, si slinguettavano amorevolmente l'orifizio anale...
    
    Marcello sorrise: conosceva quel trio di orsi, erano persone simpatiche. Ci avevano provato anche con lui qualche volta, ma non erano il suo genere. Riprese così ad andare e visto che il sentiero sembrava farsi più ampio, Marcello si spogliò, tenendosi solo le scarpe e le mutande, e riponendo i vestiti nello zainetto, che si portava apposta quando veniva in posti del genere: amava infatti aggirarsi nudo in mezzo alla natura, godendosi il respiro dell'aria sulla pelle, nonché gli sguardi libidinosi degli altri frequentatori.
    
    Era per questo che gli amici lo avevano soprannominato il Fauno.
    
    I due pompini fatti lo avevano surriscaldato; l'aspettativa dei prossimi incontri gli pompava adesso adrenalina nel sangue a ritmi tali, che Marcello si sentiva il cazzo sbrodolargli nelle mutande. Sorrise, pensando allo spettacolo che doveva dare con l'uccello teso e la grande macchia di bagnato sul candore degli slip. Beato il primo che me lo succhierà, ghignò fra sé quasi con un senso di invidia.
    
    All'improvviso, una mano sbucata da chissà dove gli carezzò il pacco. Perso nei suoi pensieri, Marcello fece un salto indietro.
    
    “Ma che cazzo...”, cominciò e poi tacque, riconoscendo il volto di chi gli si era parato davanti.
    
    “Dove porti questa meraviglia?”, gli cantilenò frocescamente il tipo, tornando a carezzarlo con un sorriso lascivo.
    
    “Ciao, Rudy, - fece l'altro – ...
«1234»