1. Lei non era Annabel Lee


    Data: 19/09/2020, Categorie: Masturbazione Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    Lei non era Annabel Lee ma lui le disse che lo era, ne aveva gli occhi verdi azzurri e i capelli di un color sole estremamente caldo, la pelle vellutata e il corpo fine. Era elegante e tanto, da apparirgli una bambolina vittoriana. Amava Anna di una forza che non si conosce che poche volte. Era vicino a a lei e al marito Giulio, quel tanto di tempo che gli serviva a scaricare patatine e a lasciare fatture in quello snack bar aperto coi sacrifici della sola Anna. Almeno da ciò che raccontava. La bambolina che subiva sempre e non gridava mai, alzava in disappunto il sopracciglio lineare e il labbro rosso vivo, il seno che intravedeva dalle sue camicie sussultando al suo respiro toglieva il fiato a lui. Seno che emanava tepore a dicembre, umano, scottante profumo di donna. Vi scivolava in mezzo lo zaffiro trafitto dal filo d'argento. Lei era d'argento. Gli stava davanti più alta di lu, più grande di una quindicina di anni. Aveva lavorato fin da bambina, rinunciato a tutto, subito di tutto ed in cambio non un grazie le era tornato. A pensarci oggi comunque, lui pensa che lei non aveva poi mani di chi ha faticato né il volto di chi è stato umiliato. Eppure all'epoca era la dolce Anna… Annabel Lee la chiamò una sera quando gli chiese consigli e poesie. Le sue confidenze gli provenivano da sms e telefonate svolte sottovoce quando il marito di lei ancora non saliva a casa, ritardando la chiusura e mai da altro, a starla a sentire in quella casa non facevano niente di più che ...
    ... litigare. Non passava sufficiente tempo in loro compagnia o in compagnia di Anna in carne ed ossa per dar ragione all’una o all’altro ma in mezzo a qualche discussione vi era capitato. Quella volta che aveva portato uno sproposito di sacchetti di patatine alla paprika perché Anna aveva sbagliato a far l'ordine e s'erano messi a litigare davanti a lui col contegno di chi lava i panni sporchi di rancori sulla pubblica piazza. “Non è il caso di piangere per qualche prodotto acquistato di troppo.” S'era accostato a dirle dopo che Giulio se l'era filata sbattendo la porta, lui stesso tremava di un disprezzo misto a collera a veder l'espressione che sapeva sfoderare quell'uomo durante un litigio. Piegava verso il basso gli angoli della bocca avvolta dalla barba scura e corrugava fronte e tempie rendendo i propri occhi oblique braci di carbone accese. Il collo gli sfuggiva dalle camicie di tinte pastello quasi tutte identiche, gonfio e rosso marcato da vene che chiamavano a raccolta il sangue di tutto quel corpo. Non molto alto eppure massiccio. Mica si trattava di una persona aggressiva solo che incazzato ricordava un bulldozer e negli ultimi tempi di motivi per sbottare ne aveva in abbondanza. Soldi no, tuttavia Anna si barcamenava tra lamentele ed incertezze. C'era stato un periodo in cui era stata sul punto di mandarlo a fanculo per un cuoco, peccato che poi non se l'era sentita e aveva messo a posto rapidamente le cose. “Non è tanto per le patatine Michele- gli rispose togliendosi le ...
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