1. La mia prima pipa


    Data: 21/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Dany66, Fonte: EroticiRacconti

    In principio fu la pornografia. A scuola o fuori circolavano riviste pornografiche in quantità, in un fitto e incessante passamano. Eravamo agli inizi degli anni ottanta e la pornografia nostrana, finalmente liberata dalle strette maglie della censura, fece dilagare con successo in versione hard dive come “Cicciolina” Ilona Staller, Marina Lothar, Karin Schubert e la fantastica regina Moana Pozzi. D’altra parte, i materiali porno provenienti dal Nord-Europa, la cui diffusione sul territorio faceva registrare la meritoria opera degli amici più grandi che ne facevano incetta in occasione dei loro viaggi durante le vacanze estive, restavano comunque di livello superiore, almeno ad avviso di chi se ne intendeva. La qualità delle riviste nordiche era effettivamente notevole: oltre alle pregevoli scene di sesso tra adulti, vi si rappresentavano spesso e volentieri studenti e studentesse poco più che adolescenti, in coppie o facendo l’amore di gruppo. Avevo fin da subito provato grande interesse per le riviste porno, con una particolare predilezione, divenuta in seguito ossessiva, per l’iconografia relativa allo svolgimento dei rapporti orali. Il massimo erano le foto che immortalavano meravigliose bionde vichinghe nell’ atto di una voluttuosa fellatio (cioè il pompino, o la c.d. “pipa” secondo il gergo adolescenziale locale al tempo dominante) al loro partner, a sua volta un attraente maschio nordico, aitante e ben dotato. Il ruolo femminile mi appariva esaltato nella sua estetica ...
    ... e sensualità. Una bella ragazza diveniva nella mia personale visuale più sexy nell’atto del pompino: la posa della bocca intenta nel risucchio faceva puntualmente assumere al viso della modella una straordinaria carica di voluttà. Con il successivo dilagare della filmografia porno, divenuta gradualmente accessibile anche in televisione sulle emittenti private durante le ore notturne, la percezione visiva dei rapporti sessuali ebbe ad arricchirsi dell’esaltazione dinamica delle scene. E così, la fellatio diveniva rappresentazione, talvolta anche di lunga durata, di una ars erotica straordinaria, rimessa alla capacità, esperienza e fantasia dell’amante, attraverso l’uso combinato di mano e bocca e con il caratteristico, irresistibile, movimento sincronizzato “su-e-giù” del capo; oltre alle innumerevoli divagazioni eventualmente consistenti in voluttuose leccate della cappella e dei testicoli nonché delle carezze che l’ amante sapientemente elaborava sul ventre e sul pube del maschio. L’epilogo obbligato della scena, quello dell’eiaculazione, veniva in tal modo a evidenziarsi in tutte le sue fasi e possibili varianti applicative. Raramente, per intuibili necessità sceniche, veniva rappresentata una conclusione della fellatio direttamente in bocca con l’“ingoio” dello sperma del partner; la risoluzione sostanzialmente obbligata era quella che mostrava lo svolgersi dell’eiaculazione in una serie di ripetuti getti, più o meno abbondanti, di liquido, il loro ricevimento nella bocca ...
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