-
Una questione di tatto
Data: 21/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul
... un po’. “E te ne vai da solo? Stai attento!” “Eh…?” “Niente, niente… sto scherzando” dice ridendo Marcello ed io non capisco cosa ci sia di divertente. La camminata mi affatica. Il sole del pomeriggio, anche se è già settembre, è caldo. Entro in quella specie di buco definito appartamento e l’aria condizionata che quel disgraziato di Giosuè ha lasciato accesa mi investe come un treno in corsa. Prendo una tremenda corrente d’aria sulla faccia e addosso mi si gela il sudore. Tremando mi sfilo la maglietta e mi passo sul dorso l’asciugamani che ho con me. Mi asciugo il torace e la spugna ruvida dei residui d’acqua salata, mi solletica i capezzoli, dandomi un ulteriore brivido che mi finisce dritto nell’uccello. Ma devo fare la doccia, è per quello che sono là. Una lunga, calda doccia ristoratrice. Magari, visto che sono solo, posso anche darmi un po’ di pace, così almeno stasera guarderò Marcello come si aspetta che io lo guardi: come un uomo guarda un uomo e non come faccio io che lo spoglio con gli occhi. Ah! Se i miei occhi avessero le mani! Una doccia dopo il sole e l’acqua di mare. È quello che ci vuole. La pace, la pace dei sensi! Amorosi! Foscolo, vaffanculo! Vado nel bagno e rabbrividisco toccando con i piedi nudi il pavimento reso gelido dall’aria condizionata. Maledetta e stramaledetta aria condizionata. Ancora un brivido, ma è un tremore che poi mi conforta, perché mi fa raccogliere su me stesso. Mi cingo in un abbraccio e chiudo gli ...
... occhi. Sogno. È lui che mi sta stringendo, è Marcello. Ha visto che ho freddo e mi sta scaldando. Basta così: mi scuoto. Chiudo la porta del bagno e giro i rubinetti in attesa che l’acqua raggiunga la temperatura che desidero. La voglio bella calda, d’inverno e anche d’estate. Mi piace. A quell’ora non c’è nessuno nel condominio, così l’acqua arriva subito ed è tanta. Salto dentro alla doccia e subito l’abbraccio di prima, diventa un po’ più reale, perché l’acqua calda mi avvolge e scivola, accarezzandomi tutto il corpo, mi riscalda la pelle e scioglie i muscoli che avevo teso per il freddo improvviso che mi aveva preso. Indosso ancora i boxer da bagno, quelli che metto per nascondere le mie erezioni sulla spiaggia, anche se so che starei meglio con un bel paio di slip. Ho dimenticato di toglierli per pensare a quello stronzo. Li abbasso lentamente e mi volto a guardarmi nello specchio che c’è nella lussuosa cabina fatta montare dal mio papà. Sono bello, diciamolo. Non come Marcello, ma quasi. Il ragazzo, anzi, l’uomo che guardo nello specchio è benfatto e proporzionato, ma a che serve? Dovrei piacere davvero se riuscissi a farmi guardare dalle persone giuste. Il pensiero di chi siamo queste persone, cioè il mio Marcello, mi fa scendere lentamente la mano verso l’uccello che non è mai davvero moscio. Comincio il mio abituale, onesto lavoro di mano, mentre mi godo l’acqua che scende e continua ad accarezzarmi. A quel punto faccio un movimento brusco, quasi perdo ...