1. Una questione di tatto


    Data: 21/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul, Fonte: Annunci69

    ... l’equilibrio e per non cadere mi aggrappo all’anta di vetro che chiude la doccia. Non cado, ma sento uno scricchiolio sinistro e penso che mio padre mi ucciderà, perché gli ho appena rovinato la preziosa doccia cui tiene tanto. Nel momento in cui sto passando le dita sulla cerniera che ha quasi ceduto, le luci si spengono.
    
    Come ho detto la casa è in realtà un mini appartamento, un bilocale con una vista stupenda sul golfo di Stintino, ma ha il bagno senza finestre, perciò quando ho detto che la luce si è spenta, intendevo che mi sono ritrovato nel buio più assoluto.
    
    Bestemmio come peggio non potrei. Tanto sono solo, chi mi sente? Cerco a tentoni l’accappatoio che ricordo essere appeso da qualche parte sulla destra, oltre l’anta che ho appena divelto. Ma al buio, in un posto che non è casa mia, non ritrovo immediatamente l’orientamento. Devo assolutamente uscire dal bagno e cercare di capire perché è andata via la luce.
    
    Mentre cerco di afferrare l’accappatoio, sento aprirsi e subito chiudersi la porta del bagno. Mi volto.
    
    “Chi…sei? Marcello? Giosuè?” quasi urlo “Chi cazzo è?”
    
    Nessuna risposta, nessun rumore, neppure un respiro, a parte il mio, che è già un affanno. Paura?
    
    Il buio è totale. Nella mia mente mi chiedo com’è che aprendosi la porta non sia filtrato neppure un filo di luce. È inspiegabile. Forse non è entrato nessuno ed io ho soltanto sognato quel rumore, ma so che non è andata così.
    
    Cerco ancora l’accappatoio, come se avendo addosso qualcosa ...
    ... potessi considerarmi più protetto. Sto tremando di paura, ma sono anche arrabbiato con quei due stronzi. È uno scherzo, naturalmente. Ma adesso mi sentiranno.
    
    Poi accade che invece di trovare la spugna dell’accappatoio, la mia mano sfiora la pelle nuda. È un torace, è un uomo. Adesso tremo davvero di paura, ma anche di eccitazione, perché il mio palmo sta toccando muscoli induriti. Capisco che è per il fiato trattenuto. Poi faccio una cosa che mai avrei creduto di poter fare: abbasso la mano a cercargli l’uccello. So dov’è e so anche che lui, chiunque sia, è nudo. Ma proprio in quel momento la mia mano viene afferrata.
    
    Mi tiene per il polso.
    
    Non ha ancora detto una parola, mi pare che non abbia neppure respirato. Afferra l’altra mano, me le alza insieme sulla testa, spingendomi indietro, dentro la doccia. Mi è addosso, sento l’uccello duro contro il mio. Le nostre facce sono vicinissime. Sembra davvero che non respiri.
    
    Ma l’odore della pelle: dovrei riconoscerlo se è uno di quei due. Potrebbe essere, mi pare che lo sia, ma è anche diverso da come sarebbe se fosse lui.
    
    Se gli tocco la faccia, penso, forse capisco chi è, ma ho le mani bloccate, allora tento di baciarlo, cercando la sua bocca nell’oscurità. Non me lo lascia fare. Mi spinge, quasi mi solleva e siamo nella doccia insieme. Mi lascia i polsi giusto il tempo di farmi voltare. È un movimento fulmineo che mi sorprende e mi impedisce di reagire, ammesso che ne avessi voglia. Me li riprende, ci passa attorno ...
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