1. Una questione di tatto


    Data: 21/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul, Fonte: Annunci69

    ... qualcosa di spugnoso, è la cintura dell’accappatoio. Li sento stringere e legarli insieme. Mi solleva le braccia, alzandole fino a farmi drizzare sulle punte dei piedi.
    
    Sono appeso alla doccia, immobilizzato, legato, vulnerabile, nel buio pesto, alla mercé di chi non so.
    
    Spero sia lui, deve essere lui. Sono spaventato, ma comincio a sentirmi salire dentro una certa eccitazione.
    
    L’acqua continua a caderci addosso e copre tutti gli odori, del mio corpo e del suo. Non ho più speranza di identificarlo, a meno che non si tradisca.
    
    Il mio sconosciuto assalitore è sempre vicino. Sento l’uccello sfiorarmi il sedere, appoggiarsi fra le natiche e il suo petto sfiorarmi la spalla, il ventre le reni, le gambe contro le mie. Sento il suo corpo su di me. Con le mani mi accarezza il torace, e poi più giù la pancia e ancora più giù fino ad sfiorarmi delicatamente l’uccello.
    
    Le mani scivolano sulla pelle bagnata, dall’addome risalgono alle ascelle, in una carezza infinita, improvvisamente fra le dita gli si materializza un sapone e sento che me lo passa fra le gambe e mi riempie di schiuma le palle e poi l’uccello, si sposta un po’ per insaponarmi il sedere, sotto e sopra, poi dentro, fino dove non credevo che volesse arrivare. Ancora il mio petto e i capezzoli. Li tortura, li stringe e li accarezza, in un solletico che mi fa sospirare.
    
    Lo sento allontanarsi, per un momento pare che sia scomparso.
    
    Non abbiamo detto una parola e temo sempre che non abbia mai neppure ...
    ... respirato, perciò penso che non sia un essere vivente, ma un fantasma. Ho un brivido.
    
    Il fantasma si riavvicina, puntandomi il cazzo diritto verso il buco. Spinge delicatamente, come se fosse incerto, ma la mia voglia è tanta che sono io a spingere all’indietro, forse per paura che possa ripensarci e scomparire, lasciandomi là a morire vergine. Oppure che la luce possa tornare improvvisamente ed illuminare il suo volto orribile e il mio squallido mondo. E lui quindi sia inghiottito dall’eternità da cui è fuggito.
    
    Capisce che voglio assecondarlo e spinge più forte. In un attimo è tutto dentro di me.
    
    Prima, quando l’ho toccato, ho capito che ce l’aveva più grosso del mio, quindi potrebbe essere il mio Marcello. Ora che lo sento dentro, mi rendo conto che è davvero grosso e tanto di più. Sono senza fiato per il dolore e per la sorpresa. Sto per ripensarci, cercando di sfilarmi, ma lui mi imprigiona in un abbraccio che mi obbliga ad assecondarlo, mi tiene stretto e spinge dentro di me, dolorosamente mi possiede. Ci sfugge un gemito, insieme. A me e a lui ed io scopro che ciò che mi sta facendo mi piace, lo voglio, l’ho sempre desiderato.
    
    Quando capisce che accetto la sofferenza che mi sta procurando, la sua violenza diventa un abbraccio, le sue mani si fanno leggere, delicate e riprendono ad accarezzarmi ovunque.
    
    Il mio uccello è duro come una pietra e sbatte sopra e sotto, scosso dai colpi che ricevo e produce un rumore ritmico, liquido che isolo dallo scroscio ...
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