1. Regina di Cuori


    Data: 24/09/2020, Categorie: pulp, Autore: Perseus, Fonte: EroticiRacconti

    «Parla.» «Cosa vuoi che ti dica?.» «Non importa. Parla..» Eravamo su una panchina, di un viale alberato, poco lontani da un laghetto artificiale, la superficie spezzata da ninfee color pastello, defilati dietro un grande albero, forse un ippocastano carico di grossi ricci verde acido. Lei era seduta, le gambe accavallate, avvolte in una lunga gonna nera, con una mano tra i miei capelli, mentre io, steso, con la testa sulla sua coscia, mi gustavo quel dolce momento di una calda sera primaverile. Il cielo era illuminato da mille stelle con la Luna che, con quel suo affascinante archetto luminoso, sembrava sorriderci. «Dunque?» Non riuscivo a vedere il suo viso, se non da una scomoda prospettiva dal basso, ma sapevo che stava sorridendo. Un sorriso degno d’essere immortalato. «Non so che dirti…» Avevo sospirato godendomi il momento di pace e tranquillità, cosa tutt’altro che comune al tempo in cui viviamo. «Poco importa che dici, quel che conta è il suono della tua voce.» «Tu sei tutto matto.» Aveva accompagnato quelle parole con una risata cristallina. Adoravo la sua voce. Anche il suo modo di ridere era splendido. Era mai possibile che esistesse una simile creatura così esente da difetti? Ne ero ammaliato. «Può essere. Ma chi può dire chi sia il matto chi il sano?» Aveva piegato la testa e ci eravamo guardati negli occhi per un fugace momento, quasi timorosi di quel contatto. «Io lo dico. Tu sei matto.» Avevo tirato gli addominali, mi ero tirato su, stendendo le braccia ...
    ... dietro di me e appoggiando i palmi delle mani sul legno della panchina. Eravamo viso a viso. «Dammi un bacio.» Come eravam giunti a questo? Come eravamo arrivati qui? Tutto era iniziato al bar sulle mura. Sorseggiavo un Americano, nemmeno uno dei migliori che abbia mai bevuto, in attesa di un amico che non si sarebbe presentato. Ti avevo vista passare distrattamente, solo per concederti uno sguardo incuriosito quando eri giunta al banco, con una tua amica, a chiedere un Moscow Mule. «Ma allora ci vuoi andare davvero?» Già la tua voce mi aveva colpito più del tuo aspetto. O delle orribili ballerine che portavi ai piedi. «Perché no?» La tua amica aveva ordinato un anonimo Spritz prima di risponderti. «Sarà di una noia…» «Io penso che sarà, invece, molto interessante.» Avevi rubato due patatine stringendole tra indice e pollice e il mio sguardo si era perso, per un istante, sulle tue labbra piene e dall’aspetto morbido. «Letture. Stiamo parlando di letture...» La tua amica aveva chiuso la bocca intorno alla cannuccia. «Se ti annoi ti pago tutta una serata.» Ti era scappato, forse per caso, il nome della vostra prossima meta. Della mia prossima meta. Quel che era seguito… è facile da immaginare. Uno sguardo. Un sorriso. Uno sguardo ancora. Una bevuta. Presto diventate due. Forse una di troppo. O forse solo quella che serviva a incoraggiarci, là dove altrimenti non avremmo osato. La tua amica ben presto persa di vista e svanita dal palco. E così, a fine serata, da quel bar uscimmo ...
«1234»