Schiavo di una dea Pt. 2
Data: 26/09/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: 736174616E, Fonte: EroticiRacconti
... dito, date le minuscole dimensioni della mia manina). Cominciammo a camminare così, come madre e figlio. Seppure non fossi mai stato così alto nell’arco dei giorni precedenti, ero fortemente spaventato dalla mia condizione: quando ero alto un centimetro c’era la presenza di una sola gigantessa, Erika, a farmi capire il mio stato di inferiorità e nullità al suo cospetto; in quel momento, invece, chiunque vedessi, dalla bambina di 6 anni, alla ragazzina di 12, alla signora di mezz’età: ero circondato da enormi gigantesse, di nessuna delle quali superavo la coscia. Non mi ero mai sentito così debole ed indifeso. Ad un certo punto vidi camminare nel verso contrario al nostro 2 ragazze, una mora abbastanza grossa, ed una bionda più piccolina e longilinea. Man mano che si avvicinavano, diventavano sempre più imponenti…notavo che erano anche carine, o, meglio lo sarebbero state normalmente: dal mio punto di vista erano delle supermodelle! Quando furono vicine a noi, sia Erika che le due tipe si fermarono. “Ciao Erika!” dissero prima la ragazza bionda e poi la ragazza mora. Quest’ultima era mastodontica: superava Erika in altezza nonostante i tacchi ed era di corporatura “piazzata” per essere eleganti, con una sesta di seno che sembrava stesse lì lì per rompere la maglia attillata che indossava. “Ciao Paola, ciao Anna, come va?”, rispose Erika. “Tutto bene” rispose Anna, la gigantessa mora. Vidi poi lo sguardo dall’alto delle due ragazze puntato verso di me, e, per reazione ...
... istintiva, mi nascosi dietro la gamba di Erika. “E chi è quel piccolino timidino laggiù?” chiese Anna, abbassandosi al mio livello. “E’ il mio cuginetto!” disse la mia padrona. “Non sapevo che Marta avesse un fratellino”. “Ehm, no, infatti…è il figlio della cugina di mia madre” “Ah, capito…posso?” aggiunse, allungando le braccia verso di me. “Certo!” rispose Erika. Con estrema facilità, Anna mi strappò dalla gamba della mia padrona e mi prese in braccio, dritto contro le gigantesche tettone. “Ciao piccoletto! Come ti chiami?” “Mi-mi-hele” dissi io, cercando di imitare la parlata di un bambino di 2 anni. “Ma lo sai che sei proprio carino!” disse, scoccandomi un bacio che ricoprì tutta la guancia. Devo dire che in braccio ad Anna si stava comodi... e non di meno tra le braccia di Paola, che mi prese poco dopo. Nonostante fosse umiliante che due ochette quindicenni mi avessero in totale controllo e mi spupazzassero come volevano senza che potessi in alcun modo oppormi, mi piaceva essere coccolato dalle due gigantesse; in fondo, come detto prima, dal mio punto di vista erano due enormi top-model, dato che anche il seno di Paola, la più piccolina delle due, era più grande della mia testa. Passavo come una palla dalle braccia di Anna a quelle di Paola, tra mani che mi toccavano le guance, baci su ogni parte e cucù-settete ai quali ero costretto a ridere per fingermi un bambino di 24 mesi. Tuttò durò finchè Erika si stufò e disse “Ora dobbiamo andare, però, dobbiamo passare un attimo al ...