1. Schiavo di una dea Pt. 2


    Data: 26/09/2020, Categorie: Feticismo Autore: 736174616E, Fonte: EroticiRacconti

    ... commessa vedendo Erika sola “Si, il piccolino sta provando i completi con la mamma, mentre io vado a fare altro shopping”. Vedendo i piedi di Ottavia così vicini, non seppi resistere e mi ci gettai contro. Così quando le 2 gigantesse si salutarono, io ero sul pavimento…era la mia occasione, finalmente una persona che conoscevo abbastanza bene da potersi interessare a me. Ottavia, la ragazza che ero abituato a vedere dall’alto del mio 1.85, si ergeva monumentale dinanzi a me, più alta di un grattacielo…persino la parte frontale delle sue zeppe, da cui protrudevano le mastodontiche dita, era più alta di me. Approfittando del momento di esitazione di Ottavia, mentre probabilmente elaborava le informazioni che le aveva dato Erika, mi arrampicai sulla punta della zeppa e raggiunsi la suola, trovandomi circondato dalle enormi dita del piede della gigantessa. Vidi Erika allontanarsi senza notare nulla…talmente ero piccolo che non si era accorta della perdita. Subito fui spinto verso l’alluce della commessa dal movimento del titanico piede…mi ci aggrappai con forza, mentre l’aria era scossa dal fragoroso abbattersi delle zeppe di Ottavia al suolo. Ad un certo punto la gigantessa si fermò, intenta a fare qualcosa che dal basso io non riuscivo a vedere…vedevo solo, da una parte, le chilometriche gambe della commessa e, dall’altra, un’infinita superficie di legno, che probabilmente era una parete del bancone della cassa. Erika poteva tornare da un momento all’altro, dovevo sbrigarmi. ...
    ... Colpii con forza l’alluce sudato della gigantessa, che rispondendo di riflesso colpì me, facendomi volare qualche metro in alto. Ricaddi sul secondo dito, a cui diedi un morso con violenza (ormai la mia lingua aveva fatto l’abitudine al sapore dei piedi femminili e non mi disgustava più di tanto). Questa volta nessuna reazione. Poi un boato scosse l’aria e mi ritrovai catapultato a centinaia di metri di distanza. “Tutto a posto?” chiese una voce da lontano “Si tutto ok” rispose Ottavia “avevo solo un insetto sul piede”. Le cose si mettevano male: Ottavia mi aveva scambiato per un insetto e ora la terra tremava mentre si avvicinava pericolosamente verso di me, fissando il pavimento. Cercai di agitare le braccia e di correre intorno a me stesso, con la speranza di far intravedere il mio lato “umano”. Ma niente da fare: la gigantessa era arrivata a pochi metri da me e stava alzando il titanico piede destro. Allora iniziai a scappare, ma subito dopo la mastodontica zeppa della gigantessa si piazzò davanti a me, producendo un frastuono e facendomi volare diversi metri dietro. “Che c’è insettino? Non ti piacciono più i miei piedi? La prossima volta impari a salirci sopra!”. Ero in trappola, chiuso tra la gigantessa Ottavia e il bancone, alla completa mercè dei suoi infiniti piedoni. D’un tratto uno spiraglio: il bancone non arrivava fino a terra, ma c’era al di sotto una fessura…se fossi riuscito ad entrarvi sarei stato salvo. Mi lanciai di corsa verso quella direzione e subito vidi ...
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