1. Una bottiglia di quelle giuste


    Data: 04/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    Lo incontrai ad un party. Ero un po’ ubriaco, ma non troppo messo male, a dire il vero: giusto quel tanto da abbassare le mie naturali inibizioni; e quando mi resi conto che il barista era un gran pezzo di gnocco, lasciai che la natura facesse il suo corso.
    
    Doveva essere pressappoco un metro e novanta, e pesare sugli ottanta chili. Anche se rasato, aveva sulle guance una leggera ombra di barba e i suoi capelli erano neri e arruffati. Nell’atmosfera leggermente ingessata della festa, lui sembrava un T. Rex col grembiule da barista. Aveva il fisico di un guerriero: spalle larghe, torace robusto, con l’aggiunta di un tatuaggio sul bicipite, come si riusciva a intravvedere sotto la manica rimboccata. E non c’è niente come farsi servire un drink da un ragazzo con gli avambracci pelosi!
    
    Osservai con attenzione il suo fisico anche più in basso: le chiappe erano due palloni di carne soda! Purtroppo non riuscii a dargli un’occhiata altrettanto buona al canestro…. Maledetto grembiule! Sapendo che sono il curatore della rubrica enogastronomica di un importante quotidiano nazionale, il padrone di casa mi chiese un favore:
    
    “Scendi nella cantina, - mi disse – e scegli qualche buon vino. Vedi tu quali pensi che siano i migliori.”
    
    “Certo, - risposi io – ma che ne dici di mandare giù anche il barista, così mi aiuta a portare le bottiglie?”
    
    “D’accordo. Enzo? – lo chiamò – Va con lui: c’è da portar su un po’ di vino dalla cantina.”
    
    Enzo si asciugò le mani con il grembiule e ...
    ... mi seguì. La cantina era completamente chiusa e rimase in penombra anche quando accesi la luce.
    
    Allungai la mano a una delle polverose rastrelliere e tirai fuori una bottiglia.
    
    “Château Chantelle 1958. - dissi – Ottimo.
    
    C’è della buona roba qui.”
    
    Continuando a esaminare la rastrelliera, passai la bottiglia di Château Chantelle a Enzo e casualmente, sfiorandogli il petto, gli premetti con le dita contro il nocciolo del suo capezzolo. Anche attraverso il tessuto della camicia, potei sentire quanto era duro. Tolsi via polvere e ragnatele da un’altra fila di bottiglie.
    
    “Oh, ottima roba davvero. – dissi, tirandone fuori una – L’Elixir Sourise è grandioso. Erano anni che non ne vedevo una.”
    
    Porsi la bottiglia a Enzo e di nuovo lo toccai. Ne presi ancora una di brandy e gliela porsi, ma siccome aveva entrambe le mani occupate, gliela infilai sotto il braccio. Ancora una volta gli sfiorai i capezzoli e anche a quella luce incerta li vidi eretti abbastanza da sporgere attraverso la camicia.
    
    Tornai a voltarmi verso la rastrelliera delle bottiglie di vino, ma quello che sentii Enzo dire alle mie spalle, mi diede un brivido:
    
    “Toccami ancora, per favore - lo sentii infatti mormorare – toccami ancora. E’ fantastico…”
    
    Bingo! Mi voltai e gli posi entrambe le mani a coppa sui pettorali.
    
    “Sì…”, grugnì lui e quando glieli carezzai, quei grossi capezzoli divennero ancora più
    
    turgidi.
    
    Allora depose a terra le bottiglie e:
    
    “Adesso lascialo fare anche a me.”, ...
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