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Love is in the air - encore paris (parte 2)
Data: 08/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: HegelStrikesBack
Non so dire quanto sono rimasto per terra privo di conoscenza, ma so che ora che riapro gli occhi accanto a me c’è un tavolino rovesciato, una teiera e due tazze rotte e la confezione in cartone di un cappuccino. Che fine ingloriosa, dottor Crociani! Sopra di me invece ci saranno sette o otto persone che parlano francese concitatamente e il viso di Sebastiano - tra il preoccupato e il divertito - con gli occhi perfettamente perpendicolari ai miei. “Ti sei fatto male?” dice tendendomi una mano “Eh mannaggia la m******” impreco bestemmiando da bravo toscano. “È arrivato Uber, dai andiamo che per oggi danni ne hai già fatti abbastanza” Saliamo sul mezzo designato. Non riesco a non pensare un po’ disgustato che ho il cappotto macchiato di thè e di pozzanghera di pioggia sul pavimento di Starbucks e per di più sto salendo su una Ford Mondeo. Mai una gioia. Arrivati in camera, la mia scorta si offre di aiutarmi a spogliarmi e a mettermi a letto. Mi toglie il cappotto, lo mette dentro la mia valigia tanto è sporco e non lo rimetterò certo macchiato, mi leva il maglione con delicatezza e inizia a sbottonarmi la camicia. Sento il contatto delle sue dita affusolate sul mio torace. Ho come una scarica elettrica e lui se ne accorge. Sono già pronto a dire che è stato un brivido di freddo. “Non ho mai sbottonato la camicia ad un uomo…” “Non mi sono mai fatto sbottonare la camicia da un uomo”. I nostri occhi si ritrovano ancora ad incrociarsi per un ...
... momento troppo lungo, come ieri sera su Quai de Valmy. Tutti e due tentiamo di dire qualcosa come a giustificarci, ma io ho la febbre troppo alta per parlare, mi sfilo da solo i jeans, mi riavvolgo nel pigiama mettendomi sopra anche la felpa pesante e mi butto nel letto senza dire una parola. Al mio risveglio mi viene detto che ho dormito 7 ore di filato come un bambino, Sebastiano nel frattempo è anche andato a fare una passeggiata su Canal-Saint-Martin e Place de la Republique per vederle con la luce del giorno. Ormai sono le 18:30, la tachipirina mi ha fatto sudare come un porco ma è un buon segno perchè effettivamente la febbre non la sento più. Vado a farmi una doccia, quantomeno per rendermi presentabile e invito Sebastiano ad aereare un po’ la stanza nel mentre. Insaponandomi non posso fare a meno di avere dei flashback di Sebastiano trasognante a Canal-Saint-Martin, di lui nudo sul letto stamattina, di lui che mi sbottona la camicia e non posso fare a meno di avere un’erezione. E quando viene su duro c’è una sola cosa da fare. Lo prendo in mano, è durissimo e le palle sono risalite un po’, ottimo segno. Inizio a masturbarmi lentamente, assaporandomi ogni scappellata, con gli occhi chiusi. Siccome quattro giorni di astinenza per uno abituato a farlo tutti i giorni si fanno sentire, vengo con sei schizzi piuttosto densi sul vetro della doccia che prontamente risciacquo e in un tempo ragionevole senza destare sospetti riesco ad uscire. “Ho fame, ti va se usciamo ...