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Love is in the air - encore paris (parte 2)
Data: 08/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: HegelStrikesBack
... sparisce. Un gioco di prestigio che non avevo mai visto fare ad un uomo, ma che, col senno del poi, capisco che riesce meglio ai maschietti. Il tempo di abituarsi alla novità del gioco che la bocca di Sebastiano si avvicina sempre di più alla base della mia erezione. Tutto non credo che riuscirà a prenderlo, ma vediamo dove si può arrivare. E arriva quasi in fondo. Cerco di contenermi nei movimenti, lasciando che ne esplori le forme. È il suo primo pompino, non posso chiavargli la gola: lo traumatizzerei. Ci vuole poco perchè senta l’urgenza di sborrare. “Sto per venire” gli sussurro in preda al piacere. Lui si stacca, se lo piazza davanti alla faccia e mi finisce con una sega. Ho un orgasmo così forte che mi sembra di aver messo le dita bagnate nella presa di corrente. Lui si prende tutta la schizzata in faccia, anzi nella barbetta. “Ora siamo pari” dice alzandosi. Ma prima che si possa sciacquare sotto il getto tiepido della doccia, lo bacio togliendo gli schizzi del mio seme dalla sua barba. Ha gli occhi più dolci che abbia mai visto, mi attraversano da parte a parte mentre io completamente inerme ingoio e assaporo il mio stesso sapore. “È stato bello sai?” “Anche per me, molto” ribatte lui passandomi un accappatoio. Chissà come sarebbe vivere questo come la normalità di tutti i giorni? Sarebbe così anche con un altro uomo o è Sebastiano che mi suscita emozioni che non avrei mai pensato di poter provare, io così sicuro della mia ...
... eterosessualità, di voler passare la mia vita con Sara e forse di provare anche a farci un figlio insieme. Tutte queste domande riempiono la mia mente mentre la linea 2 della metropolitana, come un serpentone d’acciaio ci porta verso la fermata Anverse. Sulla funicolare che evita le scale per il Sacro Cuore siamo io e lui e uno sparuto gruppetto di turisti nord-europei e mentre guardiamo la città abbassarsi, con un filo di voce e la timidezza dei primi appuntamenti chiedo quello che non avrei mai pensato di chiedere ad un uomo. “Posso tenerti per mano oggi?” Non arriva risposta, solo le dita della sua mano destra che incontrano le dita della mia mano sinistra. S’incontrano, si sfiorano, si riconoscono, s’intrecciano e non si lasciano. La città oggi la giriamo così, non più come due amici ma come una coppia mano nella mano. Ci scattiamo qualche selfie da postare su instagram con la città alle nostre spalle sulla terrazza di fronte al Sacro Cuore, scendiamo le scale mano nella mano e sorpresi da un temporale improvviso ci rifugiamo a mangiare un Croque Monsieur in un ristorantino di Rue de Clignancourt, dove più che quella delizia che ci hanno servito ci ritroviamo a mangiarci con gli occhi. La pioggia passa, la voglia no. L’istinto dice di correre in albergo a fare l’amore, la testa dice che la Tour Eiffel ci aspetta. E allora riprendiamo la metro e poi la RER verso Champ de Mars. Non c’è nemmeno troppa fila alle biglietterie degli ascensori e dalle nuvole ...