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Il matto del paese
Data: 10/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: bkbkbk
Donato, detto �Chicchirichì�, da tutti considerato lo �scemo del paese�. Lo conoscevo da sempre, potrei dire, da quando ancora bambino avevo iniziato a passare le mie vacanze a Montecastellino, un piccolo paese di campagna nelle Marche. Doveva avere, a quell'epoca, tra i 45 ed i 50 anni, ma nessuno lo sapeva precisamente. Non aveva parenti ed era stato praticamente adottato dai suoi compaesani. Una pensioncina di invalidità, qualche lavoretto come muratore, una abilità strepitosa nel raccogliere funghi e quant'altro il bosco poteva offrire, gli consentivano di vivere più che dignitosamente. Alloggiava in una piccola casetta, sul punto più alto del paese, che il parroco gli aveva concesso in comodato d'uso, in cambio della sua opera per la manutenzione della Chiesa e della propria abitazione.Quell'anno, studente del penultimo anno di liceo, ero arrivato a Montecastellino i primi di giugno e, parlando con dei mie amici, avevo saputo che per Donato c'era la possibilità che fosse assunto come spazzino al Comune, purché conseguisse la licenza di terza media. A ottobre avrebbe potuto fare gli esami, ma la commissione che lo avrebbe sentito, non era ben disposta verso di lui e non voleva saperne di promuoverlo senza che lui dimostrasse di conoscere un minimo di nozioni. Fu per questo che, dopo tante insistenze, mi decisi di aiutarlo e fui così costretto ad approfondirne la conoscenza. Mi feci dare i programmi, parlai con i professori e con Donato e ci organizzammo per il meglio. ...
... Avevamo davanti a noi quasi tre mesi e, considerati gli impegni mattinieri di Donato, decidemmo di vederci tre volte le settimana dopo pranzo a casa sua. A dire la verità, un po' tutti mi avevano sconsigliato di andare da lui, compresi i mie genitori. Non si sa mai, il matto del paese, chissà cosa fa... può essere pericoloso, ecc. ecc. ma la mia testardaggine, mi fece decidere per questa modalità, anche se un po' di preoccupazione l'avevo pure io. Ma mi bastò entrare a casa sua per capire come i pregiudizi siano uno delle limitazioni più grandi dell'umanità.La casa era piccola, ma di un ordine ed una pulizia maniacale. Dalla porta di ingresso si entrava in uno stanzone, arredato con un letto matrimoniale di legno, un armadio massiccio in stile contadino, un tavolo buono sia per mangiare che per leggere e studiare. Sull'angolo una poltrona di pelle molto consunta, regalatagli da chissà chi, con davanti un piccolo televisore. Sul lato della casa si apriva una piccola cucina, con adiacente un bagnetto rialzato ed un grande terrazzo che dava sui tetti del paese, pieno di funghi, pomodori, peperoni messi ad essiccare.Farlo studiare si rivelò subito una impresa titanica. Intendiamoci, non era per nulla stupido come voleva far credere, ma non era abituato a concentrarsi. Lo vedevo faticare, sudare e capii che l'unico metodo sarebbe stato fargli imparare a memoria quelle poche nozioni di cui necessitava. Aveva bisogno di alzarsi di continuo, fumarsi qualche sigaretta e, regolarmente, ad ...