1. Il matto del paese


    Data: 10/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: bkbkbk

    ... dritto e nodoso come una quercia. � E' per te � sussurrò orgoglioso, convinto dell'onore che mi faceva. Quindi riprese la mia mano e mi fece impugnare il pisello, suggerendomi il movimento che dovevo fare ed il ritmo da tenere. Mi guardò felice, mi sorrise un po' finché, sicuro che ormai avrei collaborato, mi lasciò la mano e chiuse gli occhi.Non posso negare che mi sentissi eccitato, ma un po' la paura, l'imbarazzo e la vergogna della prima volta non mi consentivano di lasciarmi andare. Era strano fare quel movimento che ben conoscevo, avendolo sperimentato su me stesso, senza provare alcun piacere, ma sapendo di procurarlo ad un altro. Non provavo alcun disgusto del suo corpo, dell'odore pungente del suo pene, del suo viso in estasi così osceno; tutto mi sembrò quasi naturale, come se Chicchirichì stesse riscuotendo un suo diritto ed io espletando un mio dovere.Aumentai un po' il ritmo, ma lui, mi fermò la mano immediatamente e mi guardò risentito, come se lo stessi tradendo � Devi fare piano piano... piano piano � mi redarguì � e vieni più vicino... così, bene, vicino al letto, ma rimani in piedi � proseguì con voce ferma e con la mano sinistra mi strinse una chiappa facendomi trasalire.� Ahi mi fai male! � urlai tentando di scostarmi da lui, ma senza smettere di masturbarlo � lasciami! � ma mi resi conto che era praticamente impossibile liberarsi da quella morsa.� Zitta! Puttana! � sbraitò visibilmente alterato.� Dai, ti prego, mi fai male...� Zitta puttana, quando ...
    ... stringo vuol dire che vai troppo forte... piano piano... piano piano...Rimasi in quella scomoda posizione ancora per qualche minuto, abbastanza intimorito, cercando di compiacerlo meglio che potevo, cambiando ritmo a seconda di come mi stringeva. Se la godette tutta, con calma, lentamente, controllando l'orgasmo e reprimendolo più volte. E quando si sentì soddisfatto, mi fece un cenno, indicandomi che dovevo farlo finalmente venire; mi strinse la chiappa con una forza inverosimile, fino a farmi venire le lacrime agli occhi e, con una serie di sussulti bestiali, prese ad eiaculare sulla mia mano e la sua pancia. Finalmente mi lasciò la chiappa e mi sorrise, visibilmente soddisfatto e calmo � Bravo! � mi disse � bravo! � dandomi una sculacciata amichevole � sei bravo a farle, bravo, mi è piaciuta molto, grazie!Solo in quel momento mi resi conto di come mi tremassero le gambe e di quanto fossi turbato. La vergogna stava facendo il suo lavoro sul mio viso, fortemente accaldato e tutto rosso ed ebbi bisogno di sedermi sulla poltrona. Non mi accorsi nemmeno che, nel tempo che mi servì per riprendermi, Donato era andato in bagno, si era pulito e si stava rimettendo la camicia e, come fosse la cosa più naturale del mondo, si era riseduto alla scrivania ed aspettava che ricominciassimo a studiare. Sarei voluto scappare, sparire, ma mi sembrò più opportuno capire le sue intenzioni e sincerarmi che la cosa sarebbe rimasta tra noi e non si sarebbe più ripetuta.� Donato... non è successo nulla, ...