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Nel regno di Dio
Data: 08/12/2017, Categorie: Sentimentali Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti
-Sono fuori tema. Questa storiella l'ho ricavata da una leggenda di cui non ricordo né la provenienza né l'epoca ma solo la trama che mi era stata raccontata e non ha niente a che fare l'erotismo. In apparenza, perché a mio avviso l'amore- che è il tema centrale- c'entra molto con l'erotismo; anche senza sesso. Allora ho deciso di portarla qui comunque. *** L'anziano Ross abbassò sulle spalle il cappuccio del mantello vermiglio per voltarsi a guardare agevolmente il castello. Rientrava dall'osteria dove s'era trattenuto a bere un bicchiere col boscaiolo che aveva ricevuto da re Evenio III il triste incarico d’abbattere le due querce che precedevano da una buona distanza il maniero. Ora, il ponte levatoio della fortezza irta di torri, ammiccava ad una luna screziata dal grigio delle nubi, libero dalla figura dei due alberi che da tempi immemori arricchivano il paesaggio. Niente più corvi sui loro rami né più il ligneo familiare abbraccio. -Pazienza-rimuginò- spiace solo non aver mai trasposto il paesaggio su tela.- Nonostante la vista diminuita era ancora un pittore discreto. Stava rimettendosi il cappuccio quando udì una voce irosa provenire dalla direzione della complessa fortezza. “E ora? Dove caccio il capo stanotte? No eh… Questo affronto non lo dimenticherò.” Distinse, nel brillio oscuro, un brutto omino con la pelle che pareva dipinta o meglio intrisa di azzurrognoli pigmenti ad olio. L'esserino ricambiò il suo sguardo con uno torvo e smise di strillare o meglio, ...
... Ross richiamato alla realtà si rese conto che aveva fatto baccano sino a quel momento. “Le occorre qualcosa?” Domandò con la cortesia per la quale era conosciuto. “Se mi occorre?” Intonò avvicinandosi. Aveva rughe in vista su di una cute inusualmente liscia ed occhi sporgenti, trasparenti. Capelli radi color albicocca e due gambette ricurve. “Io ci dormivo sotto quei due tronchi! Mi facevano da riparo coi loro rami ed ora non so proprio dove pernotterò.” L'anziano sarto incappucciato a dir la verità non l'aveva mai veduto prima e strano gli suonava ciò che diceva, alzò il capo al cielo cupo e indovinò che la stessa notte si sarebbe scatenata una tormenta lucente. Di neve e stelle. -Liza starà già dormendo. Devo rientrare.- Ragionò. “Ma lei, bello sotto al suo mantello… Sicuramente è un uomo ricco! Farà il piacere a questo sgradito ospite di una notte sotto il suo tetto? Una sola. Domani partirò glielo prometto.” “Temo di non esser ricco ma lei può venire con me, certo che può.” “Domando scusa, il suo mantello deve avermi tratto in inganno… Ha una foggia talmente raffinata…” “Sono un sarto, io stesso lo ho cucito. È l'unico motivo per cui vado ben vestito, del resto le assicuro che le mie finanze sono abbastanza ristrette.” Gli sorrise mentre si avviavano. -Avrei dovuto chiedere a Liza se era d'accordo- disse poi a sé stesso- chissà chi è questo strano nano. Comunque è troppo esile e malandato per farci qualcosa di male.” Una stradina tortuosa li condusse a casa, la porta ...