1. L'uomo in abito marrone..


    Data: 14/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Salope4gang, Fonte: Annunci69

    Correva l’anno…santa pace quanto tempo..ma tutto sommato è un racconto, uno spaccato di vita vissuta e nel bene o nel male lo ricordo come un piacevole “mio trascorso”.
    
    Forse è stupido ma sebbene in qualche modo deprecabile in se per se, rileggendomi lo ricordo e lo rivivo con stessa spensieratezza di allora.
    
    Oggi, a palle ferme, dovrei forse se non condannarlo...quantomeno almeno tenermelo per me..
    
    Frequentavo quell'ambiente in particolare, come molti ragazzi e ragazze, da piccolo, in un’età sessualmente compresa tra “sto scoprendo altro oltre alle macchinine ed il subbuteo" e "ho un oggetto tra le gambe con cui divertirmi, proviamo a farlo usare anche a qualcun altro".
    
    Mai disdegnato, allora come oggi, le ragazze quindi già all’epoca avevo le mie storielle, che inevitabilmente però mi portavano a farmi fare una bella pugnetta e niente di più in bagno la sera.
    
    Ottenevo molto di più con gli esperimenti omosessuali tra maschi nel dopo scuola, esperimenti che si erano spinti forse oltre il dovuto ma quindi perché non affrontare questa strana avventura? In realtà era quello che cercavo. I pomeriggi passati con alcuni compagni, due in particolare, a fare esperimenti sul chi veniva prima, i primi timidi strusciamenti per passare poi al primo pompino (che sensazione...ne scriverò più in la due righe..) fino alle penetrazioni, in fin dei conti mi avevano “aperto” mentalmente.
    
    Il desiderio in fin dei conti era quello di arrivare a soddisfare qualcuno contro voglia, ...
    ... è sempre stato il mio pallino, sognavo una sorta di ricatto “devi farlo altrimenti....”. E quindi perché mai presentatasi una possibilità non sfruttarla?
    
    Lui, il grande uomo con abito marrone, era certamente molto più grande di me sia all'anagrafe che nella corporatura. Dopo svariati inviti ad andare a trovarlo, senza però essere mai ovviamente “diretto” sul motivo, avendo capito il gioco a cui mi voleva probabilmente far giocare, feci sto sforzo di decidere.
    
    Sospirai dentro di me un timido..."Via, Vado”.
    
    Tarda primavera, non ancora estate. Il pomeriggio da una certa età in poi si è un po’ più liberi di muoversi senza genitori e tutto sommato alla domanda “dove vai?” sarei stato pronto a rispondere “vado li, mi porto la chitarra, non si sa mai”. Per tutta risposta un “Bravo!” me lo sarei aggiudicato.
    
    All’epoca avevo la classica tuta, a Firenze ribattezzata “toni”. Un Adidas, e cos'altro..quindi non proprio freschissimo..Sai quei tessuti un po’ acetati da cui non traspira nulla.
    
    Felpa mezzo collo con zip.
    
    Bussai alla porta dal corridoio principale e la sua voce disse “Avanti”, con fare imperioso.
    
    Quando mi vide sulla porta fece quel suo particolare sorriso, che poi in realtà faceva a tutti coloro i quali si andavano a trovarlo. Ma era felice e a ripensarci oggi forse un po’ preso alla sprovvista. Ovviamente non se l’aspettava, questo è certo, ma era visibilmente tra il sorpreso, il felice, ed “eccoci..e ora?”.
    
    Mi venne incontro parlando ma ad onor del ...
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