1. Soggiogato - il ritorno alle proprie vite


    Data: 16/10/2020, Categorie: Etero Autore: amante_deipiedi, Fonte: Annunci69

    ... adesso?! Ora tu ti alzi, molli quel biglietto e di quella pervertita non avrai più notizia!! Non esiste ricevere un trattamento del genere, ma siamo impazziti?!” – pensai, alzandomi di scatto e chiedendomi perché avevo così tanta voglia di ficcarmi in situazioni del genere. Una volta in piedi però notai che la metà inferiore del mio corpo doleva in una maniera incredibile: le gambe erano ancora contratte dallo sforzo recente, mi sentivo stanco e per di più avevo ancora il cazzo parzialmente turgido, dolente, appicicaticcio (probabilmente sporco ancora di sperma). Il glande era ancora scoperto a metà: potevo vederlo spiccare lucido, violaceo e pul…VEDERLO?! “Cavolo, devo essermi tolto i pantaloni in qualche momento della serata, anche se ancora non ricordo; dev’essere per lo svenimento” – pensai, un po frastornato. Ma che cazzo mi prendeva, farmi ridurre cosi?!
    
    Eppure, avvertii uno strano formicolio nel basso ventre.. eppure, parte di ciò che mi era successo, dovevo ammettere che lo aspettavo/speravo da tempo. Perché ora, perché?? Come?? Che cosa faccio adesso?? Furono le prime domande a cui dovevo dare una risposta. Dovevo, ma decisi di pensarci più tardi; a pensarci bene, la cosa che desideravo fare adesso era…toccarmi; toccarmi e pensare alla serata passata.
    
    E lo feci: mi masturbai febbrilmente per 3volte di fila, finchè non caddi in preda alla stanchezza, addormentandomi nudo come un verme e col cazzo ancora in mano, sporco dalle 4sborrate precedenti.
    
    ….NEL ...
    ... FRATTEMPO, POCHI ISOLATI PIU’ IN LA, QUELLA STESSA NOTTE….
    
    “Non sei ancora a casa”. Samantha lesse velocemente il testo del messaggio, e infastidita accellerò il passo. Non era semplice camminare con un piede ancora impastato di saliva. “Però, che storia folle: se me l’avessero detto un anno fa che tutto questo sarebbe successo, avrei denunciato il mio interlocutore per il semplice fatto di avermi immaginato in queste situazioni. E adesso eccomi qui. Ma comunque, ora è meglio che mi sbrighi; spero solo che quel coglione non faccia parola della parte del messaggio che ho aggiunto… non voglio nemmeno pensare a cosa possa accadere se dovesse decidere di parlare”.
    
    I passi rimbombavano nella notte, del resto era tardi, e la piccola città universitaria era pressochè svuotata da tutti gli studenti residenti, tornati a casa per le vacanze. Ogni passo si traduceva in un susseguirsi di leggere frizioni tra le cosce. “Cazzo, posso ridurmi in questo stato ogni volta??” – “esatto..DEVI” – pensava. E doveva anche toccarsi. “Ok, devo. Ma dove? E quando?? Non posso fare tardi anche questa volta, so cosa potrebbe succedermi”. “Ok, qui c’è un vicolo mezzo illuminato e più in la delle panchine: farò in fretta altrimenti sono guai”, e di nuovo, il pensiero delle conseguenze del suo ritardo le provocarono una scossa a livello inguinale. Si avviò in un vicolo che conduceva a un parchetto che conosceva bene, si sedette sulla panchina più in ombra che ci fosse, si sistemò comoda e cominciò quella ...