1. Quattro maschi arrapati - 2


    Data: 16/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... cazzi. Pensi che sia malato?”
    
    “Mah, credo piuttosto che sei una gran zoccola. Devi aver cominciato presto”.
    
    “Si, in effetti. Ho sempre avuto interesse per gli uomini, anche se non me ne rendevo conto. L’ho capito a 13 anni quando un ragazzo sui 18 mi ha insegnato questo gioco e mi ha sverginato in un bagno pubblico. Devo dire che il gioco mi è piaciuto subito ma ho capito anche che mi piacciono molto gli uomini maturi, più che i ragazzi”.
    
    “Sei stato anche con vecchi?”.
    
    “No, voi siete stati quelli più grandi che ho avuto. Sono stato così bene con voi! Allora, quando ci rivediamo? Anche solo con te. Dai, ti prego, ti prego, ti pregooo”.
    
    “Va bene. Domani pomeriggio da me ti va bene? Potresti stare anche la sera perché la mia femmina esce con le amiche”.
    
    “Oh, si, si, che bello! Vedrai, sarò ancora più troia dell’altra volta”.
    
    “Dubito che sia possibile”.
    
    “Si, si, vedrai”.
    
    Così ci siamo dati un appuntamento per il giorno dopo alle 17. Puntualmente ero pronto a riceverlo dopo la doccia, con addosso solo il mio accappatoio bianco. Niente. Non si vedeva. Alle 17:30 l’ho chiamato al cellulare ma era spento. “Boh – mi sono detto – altro che troia, questo se ne è dimenticato”. E’ arrivato alle 18 tutto trafelato.
    
    “Scusami, scusami, ho avuto un problema”.
    
    “Che c’è? Stai male? Cammini male. Hai problemi alla gamba?”
    
    “No, no, niente, non ti preoccupare”.
    
    L’ho stretto tra le mie braccia, quasi sollevandolo da terra, e gli ho ficcato tutta la lingua in ...
    ... bocca (in quella tenera boccuccia da bocchinara). Intanto, la mia mano è andata a pastrugnargli il culetto morbido. Quando l’ho lasciato respirare, aveva gli occhi languidi di un cagnolino. Voleva dirmi qualcosa ma non l’ho lasciato parlare.
    
    “Stai zitto. Adesso voglio proprio vedere se riesci a superare te stesso come troia”. L’ho spogliato tutto: t-shirt, scarpe, calzini, pantaloni. L’ho girato, mi sono accovacciato e, lentamente, gli ho calato gli slip. Sono rimasto di stucco.
    
    “E questo cos’è?” Si vedeva il buchino arrossato e slargato da poco da cui era uscita della sborra che si era seccata sulle sue palline e sull’interno di una coscia.
    
    “Ecco… Te lo volevo dire…”
    
    “Che cosa? Che prima di venire a farti sbattere da me, ti sei fatto sbattere da qualcun altro? Altro che troia!”
    
    “Scusami, non ho avuto tempo. Mi hanno fatto fare tardi…”
    
    “Hanno? Erano più di uno? Ma che puttana!” Però la cosa, anziché farmi arrabbiare, mi ha eccitato ancora di più. La mia minchia ormai spuntava dritta e dura fuori dall’accappatoio.
    
    “Posso parlartene dopo?...”
    
    “Dopo cosa? Dopo che ti avrò sfondato pure io? Eh, dimmi troia. Dopo questo?”
    
    L’ho sollevato e sbattuto sul letto, nudo com’era. Era una delizia. Un corpicino perfetto. La vita stretta. Due belle melette perfettamente rotonde. Il buco evidentemente profanato da poco. Ci ho ficcato tutto l’indice fino in fondo. Gli ho fatto male. Ha trattenuto un grido. Forse si è vergognato di quella condizione. L’ho ritirato che ...
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