1. Amarcord siciliano


    Data: 18/10/2020, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    1.Ricordate il �Nuovo Cinema Paradiso� di Peppuccio Tornatore? Ebbene, quest�anno a me è sembrato di rivivere, nel mio piccolo, una vicenda analoga a quella narrata in quello straordinario film.Mancavo dal mio piccolo paese nell�Agrigentino da quasi 20 anni. Ero andato via a 19 anni, appena conseguito il diploma dell�istituto professionale alberghiero. Ero andato a fare il cameriere sulla costa romagnola, a Milano Marittima, dove un mio parente già lavorava come cuoco. Ripercorrevo in tal modo l�odissea di tanti ragazzi siciliani, mi ero buttato alle spalle un�infanzia e un�adolescenza di sofferenze e di stenti e, come la maggior parte di essi, non vi avevo fatto più ritorno. Nemmeno nelle feste comandate, sia perché quelli feriali sono i periodi di più intenso impegno lavorativo nelle località turistiche, sia perché non mi stuzzicava per nulla tornare alla noia ed alla malinconia dei luoghi natii.Certo c�erano gli affetti familiari, e soprattutto nei primi anni di lontananza ne avvertivo l�assenza. Ma, col passar del tempo, ero diventato a tutti gli effetti cittadino del Nord e me la passavo piuttosto bene, avevo messo su una pizzeria, poi due, poi una gelateria, infine ero entrato in società nella gestione di un albergo sulla riviera e di una discoteca abbastanza alla moda. Ormai mi ero ormai assuefatto alla vita movimentata dell�Italia del Nord, ai mille divertimenti della costa riminese, alle belle fiche di ogni età che mi capitavano a tiro tutti i giorni. Una vita ...
    ... intensa e godereccia, mille miglia lontana da quella triste ed immobile della provincia siciliana.In tutti questi anni avevo intrattenuto con i miei familiari rapporti epistolari, lettere e fotografie sempre più diluite nel tempo, e telefonici (una chiamata ogni quindici-venti giorni). Ma, ogni tanto, non mancavo di accreditare sul conto corrente di mio padre qualche generoso bonifico, che equivaleva alla sua pensione moltiplicata per dieci.E� incredibile come passi il tempo, eppure erano passati 20 anni da quando mi ero trasferito al Nord: ero partito che ero poco più di un ragazzo, disperato e squattrinato, con la classica valigia di cartone; vi tornavo ora da uomo fatto, esperto di vita, con un bel conto in banca e con una supercilindrata da benestante.Era stata la morte di mio padre a giustificare il mio ritorno a casa. Quando era avvenuta io ero in Russia per accordi turistico-commerciali e i miei non erano riusciti a contattarmi. Trovai un telegramma al mio ritorno, dieci giorni dopo, e fui preso dal rimorso di non averlo potuto rivedere il mio vecchio ancora vivo. Partii il più presto possibile, arrivai in aereo a Palermo e poi in taxi al paese. In casa l�emozione per il mio ritorno sembrò superare il dolore per la dipartita del defunto, almeno a giudicare dai sentimenti che mi parve di cogliere in mia madre, mia nonna, mia sorella e nelle mie zie.Il paese non mi sembrò molto cambiato, ricordavo abbastanza bene le strade e i quartieri, un po� meno le persone, ma credo che ...
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