1. La taverna delle streghe


    Data: 18/10/2020, Categorie: Incesti Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    Una sera di tanti anni fa un giovane forestiero si trovò a percorrere la strada di un paese del sud. Non sappiamo chi fosse quel forestiero e da dove venisse ma pare che fuggisse da qualcosa o da qualcuno, forse era un disertore oppure era stato sulle montagne con i briganti oppure aveva dei nemici da cui scappare. Sappiamo solo che era giovane ed esile, troppo esile per le sferzate gelide che soffiavano quella sera e che sole impedivano lo scatenarsi della pioggia. Si fermò davanti a una casa dove un vecchio dai baffi bianchi fumava la pipa sulla soglia, incurante del vento. Gli chiese se in paese vi fosse una locanda per passare la notte. L'uomo lasciò trascorrere un tempo interminabile prima di rispondere con voce lenta e impastata. "Una locanda no, ma fuori del paese sulla strada che porta al bosco c'è la taverna di zia Elena. Danno da bere, hanno un letto per i forestieri e sono delle zozze che ti fanno quello che vuoi. Io non ci andrei perché sono delle streghe". Si rimise a fumare e non disse più nulla. Sconcertato, il viaggiatore si diresse fuori del paese. Una stradina saliva verso un piccolo colle su cui si vedeva una chiesa, a destra una via continuava verso altri paesi, a sinistra una mulattiera andava verso le contrade e le campagne vicine. Un'altra strada portava verso il bosco e prima di entrarci si incontrava una casa solitaria; il camino fumava, la pesante porta verde era aperta all'infuori, girata sui cardini e una seconda porta a vetri era chiusa ma si ...
    ... vedevano danzare ombre confuse. La notte scendeva, il freddo pungeva e il nostro amico era stanco e affamato. Mentre esitava cominciò a cadere una pioggia violenta e disordinata che in pochi attimi gli infradiciò il mantello. Non gli restava che entrare nella casa. Aprì la porta e si ritrovò in una vasta stanza dove un fuoco ardeva in un grande camino. Le pareti erano nude e nere; un tavolo, un cassone, uno scaffale su cui erano allineati vasi di creta e bottiglie di vino costituivano quasi tutto l'arredo della sala. Apparve una ragazza sui vent'anni, dai lunghi capelli rossi. Era bella? Difficile da dire, sicuramente era fresca e attraente. Sorrise al viaggiatore e quando lui chiese se quella era una locanda in cui mangiare e passare la notte lei chiamò qualcuno dietro una tenda dove si apriva un'altra stanza. Uscì una donna sui quarant'anni, imponente ma non grassa, i capelli raccolti in una crocchia, la pelle bianca e gli abiti neri e puliti. Gli chiese:"Come vi chiamate?" Il giovane rispose:"Fabrizio". "Andate lontano?" "Sì, molto lontano". "Restate qui stanotte, poi domani vi rimettete in cammino". Alle sue spalle apparve una seconda ragazza. "Sono le mie figlie" spiegò la donna. "Ma voi siete tutto bagnato!" Le due ragazze circondarono il giovane. La rossa, che si chiamava Libera era magra, mentre Mena, la sorella, era più piccola di età, forse aveva sedici o diciassette anni, ma più grande fisicamente, con un corpo formoso e procace, e una capigliatura nera e ricciuta. ...
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