1. La taverna delle streghe


    Data: 18/10/2020, Categorie: Incesti Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... Aveva profondi occhi scuri e li piantò addosso all'ospite che ne rimase a disagio. "E' davvero bagnato" disse. "Così si ammala. Asciughiamolo". Cominciarono a spogliarlo ma lui, intimidito, non voleva farsi spogliare. "Ti vergogni?" gli chiesero ridendo. Erano festose e felici come piccole bestie in calore. Gli tolsero i vestiti, poi cominciarono a sbottonargli i pantaloni. Le fermò. "Non essere sciocco" disse la rossa,"così i vestiti si asciugano ". Li portò via e tornò con delle salviette pulite. La bruna lo avvolse, lo asciugò. Si accorse delle sue mani gelide. "Riscaldale qui" sussurrò con voce sensuale e se le portò al seno mezzo scoperto. Le sue labbra erano carnose, tutto il suo corpo era carnoso, dalla cima dei capelli alla pianta dei piedi. Il contatto con il suo seno lo mandò quasi in trance, il suo corpo si stava riscaldando ma lui continuava a tremare. La rossa si sedette su una sedia, lo guardò vogliosa. La sorella si avvicinò di nuovo, mise le mani sui suoi fianchi, iniziò ad abbassargli le mutande. La fermò di nuovo, stavolta con decisione, le mani sulle sue. Lei rimase un pò interdetta ma non rinunciò, sotto lo sguardo divertito della rossa. La madre era andata nell'altra stanza, indifferente alle operazioni delle figlie. "Così sei asciutto tutto" disse sottovoce la bruna. Le mani scesero inesorabili, senza incontrare altra resistenza. La ragazza si inginocchiò davanti a lui, un sorriso le solcava il volto mentre scrutava il pube della sua facile preda. Alzò ...
    ... lo sguardo verso il suo viso , mormorando: "Il fuoco, guarda il fuoco come è bello, come brucia e riscalda". Il suo corpo già non tremava più, ora il fuoco lo divorava, la febbre lo assaliva, forse era l'acqua penetrata nelle ossa e nei muscoli. Era nudo e la ragazza in ginocchio, le mani sui suoi fianchi, avvicinava il suo viso al suo corpo... Lui fissava il fuoco, fuori la pioggia continuava a picchiare inesorabile e intanto la sua bocca lo accolse, calda e protettiva. L'altra sorella gli aveva circondato il corpo con le braccia e lo riempiva di baci; sembrava si fossero divisi i compiti: alla formosa la parte più lasciva, all'esile quella più dolce e tenera. Il giovane Fabrizio era stanco e reduce da un lungo cammino e mai si sarebbe aspettato un'accoglienza simile. "Basta adesso" risuonò la voce della madre. Le ragazze lo asciugarono, lo rivestirono e lo accudirono. Gli misero in tavola il piatto e la bottiglia e il mangiare era buono, il vino anche meglio. Poi l'avevano portato nell'altra stanza e se lo erano preso a dormire tra loro in un letto grande. La madre si era ritirata in una stanzetta accanto, sola. Che notte! L'avrebbe mai dimenticata? Ricordava il polposo corpo dagli enormi seni di Mena e il delicato corpo di Libera che gli si avvinghiavano addosso, quasi a formare un unico essere con tre corpi e tre teste. E poi si era addormentato di colpo, stravolto dalla stanchezza e dalle emozioni della serata. Si era svegliato all'improvviso. Una campana suonava lontana, ...