1. La taverna delle streghe


    Data: 18/10/2020, Categorie: Incesti Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... abbracciò e baciò. "Vuoi sapere la mia storia?" gli domandò. "Sì". "Risale a quando mia madre e mio padre si sposarono. Erano poveri ma mio padre vedendo che le bestie erano trattate meglio di lui decise che la sua vendetta sarebbe stata quella di rubare quelle bestie. Era un ladro di bestiame, insomma, e un giorno fu arrestato con l'accusa di avere spaccato la testa a un guardiano. Erano solo due settimane che era sposato con mia madre e per quindici anni la mamma rimase vedova con il marito vivo. Povera donna! Come fu inutile la sua fedeltà! Nove mesi e mezzo dopo la cattura di mio padre nacqui io. E quei quindici giorni di ritardo furono la causa di tutto. Mio padre infine ritornò. Io ero alla fontana a lavare i panni e vidi arrivare quest'uomo dalla faccia torva, scavata, febbrile; si avvicinò, mi prese il viso fra le mani, me lo scrutò per un tempo interminabile, poi mi lasciò stare. Il cuore mi batteva all'impazzata per lo spavento, avevo capito chi era quell'uomo ma mi sarei attesa un abbraccio paterno non quell'esame misterioso. Nei giorni successivi la tensione era evidente in casa nostra. Mia madre aveva sempre gli occhi rossi, lui taceva o mi fissava con quell'aria in cui non scorgevo segni di affetto. Tieni conto che ero molto bella allora, più bella delle mie figlie. Il mio viso era più grazioso di quello di Libera e il mio corpo non era esile come il suo nè abbondante come quello di Mena. Già diversi ragazzi mi facevano la corte e uno in particolare mi piaceva ...
    ... molto, un pastore dal viso che somigliava al tuo. Facevo i sogni e i progetti di tutte le ragazze di qui: una casa, un marito, dei figli. Un giorno che eravamo soli in casa mio padre mi attirò a sè e mi prese. Era molto più forte di me, impossibile resistere, so solo che piansi tutto il tempo e anche dopo. Lui mi disse di piantarla, non avevamo fatto nulla di male perché non eravamo padre e figlia ma due estranei. Mi spiegò che non poteva essere mio padre perché ero nata almeno quindici giorni dopo quando sarei dovuta nascere. Mia madre quando si accorse di quello che era successo, pianse e si disperò, ma preferii credere a lui, era molto meglio. Dopo poco mi accorsi di essere incinta. Era la fine dei miei sogni, la fine della storia con il pastore, la fine di tutto. Lo scandalo si diffuse in paese. Gli uomini dicevano che in fondo avrebbero fatto lo stesso se si fossero ritrovati in casa una che non era figlia loro. Così diventai la sua amante, vivemmo come marito e moglie e la povera mamma era costretta a farci da serva, a subire i nostri maltrattamenti perché anche io la odiavo per la situazione in cui mi aveva messo. Nacque Libera, poi dopo un paio d'anni Mena. La nonna si occupava di loro ma aveva subito troppe cose e si ammalava sempre più spesso. Alla fine non si alzò più dal letto. Mandò a chiamare un prete, non il nostro curato ma uno che stava lontano, l'unico prete di queste parti che non fosse corrotto e non avesse amanti o figli bastardi. Ricordo il viso severo e ...