1. Monica


    Data: 25/10/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Dick1990, Fonte: EroticiRacconti

    Nemmeno cinque minuti dopo essersi buttata sul letto Monica già dormiva. Il tempo di mettere la mascherina per la luce presa sull'aereo e la stanchezza dovuta al viaggio ed il vino rosso di bassa qualità avevano vinto. Io invece, sdraiato accanto a lei, non avevo il minimo desiderio di chiudere gli occhi. Il motel in cui eravamo alloggiati era piuttosto modesto ma vicinissimo all'aeroporto e comodo per prendere l'aereo successivo il giorno dopo. Monica dormiva su un fianco, tenendo una gamba piegata in alto e l'altra distesa. In questa posizione le mutandine di tessuto bianco disegnavano perfettamente lo spacco della sua fica e lasciavano trasparire la macchia scura del suo cespuglio. Il suo seno generoso, invece, era a malapena coperto da una canottiera piuttosto larga che le lasciava scoperto l'ombelico. Per guardarla meglio mi misi sdraiato accanto a lei con il viso all'altezza del pube. Il mio naso quasi sfiorava il tessuto degli slip e potevo percepire lieve l'odore del suo sesso. Con delicatezza le diedi un bacio sentendo i peli sotto il cotone. Guardai in sú rimanendo per un attimo incantato a seguire il leggero salire e scendere del petto. Tornai a guardarle le cosce partire dagli slip. Con un dito seguii l'incavo dell'inguine diventare via via più pieno sino ad arrivare al ginocchio, quindi tornai indietro fino a stuzzicare alcuni peletti che ostinati uscivano dai bordi degli slip. Monica era profondamente addormentata. Quel vino da quattro soldi l'aveva messa ...
    ... completamente k. o. D'improvviso mi venne voglia di guardarle la fica, i suoi peli così neri e lucidi, ed il piccolo neo vicino alle sue labbra cosí delicate e rosa. Non volevo svegliarla però. Mi alzai e cominciai a frugare nel suo beauty. Tornai accanto a lei armato di una paio di piccole forbicine. Probabilmente quel vino non aveva fatto bene nemmeno a me. Con grande attenzione scelsi il punto in cui il tessuto diventava meno largo e con infinita lentezza lo tagliai. L'effetto fu quello sperato. Un lembo delle mutandine di scatto rese visibile il suo monte di Venere e quindi con due dita potei spostare il tessuto per liberare completamente quella meraviglia. Nelle mutande avvertii immediatamente un movimento e istintivamente toccai il cazzo per renderlo libero di crescere. Con un dito umido della mia saliva percorsi tutta la sua apertura assecondando la frastagliatura delle labbra. Mi stava diventando sempre piú duro. Monica dormiva senza mostrare alcun cenno di coscienza di quello che le stavo facendo. Un pensiero arrivò improvviso e fece crescere ancora di più la mia erezione. Immaginai un estraneo in quella stanza che la stesse guardando, cosí vulnerabile, senza difese. Qualche volta le avevo raccontato delle mie fantasie ma lei non aveva mai mostrato entusiasmo. Certo, nell'impeto del momento, mentre facevamo l'amore, mi aveva assecondato, ma la cosa era sempre finita lí. Perché feci quello che adesso racconto ancora oggi non lo so. Ci penso continuamente. Monica sarebbe ...
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