Il collare - Cap.1
Data: 27/10/2020,
Categorie:
Zoofilia
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... del dispositivo, allo stesso tempo formattandomi come vecchio hard-disk. Quella parte, quella della cancellazione dei dati, l'avevamo messa a punto negli ultimi mesi con i ragazzi, esperti di biochimica. Avevo ragionato che la possibità di clonare le coscienze, fosse cosa sufficientemente inquietante da necessitare l'introduzione un meccanismo di protezione che lo rendesse impossibile, cancellando a livello chimico-cellulare il materiale sorgente. Il mio corpo, il mio cervello quindi, fu accidentalmente (perfettamente) 'svuotato' della mia coscienza che venne raccolta dal dispositivo. Lo avevo progettato con l'intento iniziale di permettere alle persone con disabiltà o gravi problemi motori di abbandonare la prigione che era diventata il proprio corpo, senza aver ben considerato ancora come dargliene un altro. Quello che successe, mi fù al contempo di ispirazione e di monito. Quando ripresi conoscenza ero confunso, disorientato. Stavo disteso sul pavimento, la luce del sole entrava dalla finestra. Bene, solo che il laboratorio non aveva finestre... Mi resi conto che mi trovavo a casa mia, non all'università. Provai a tirarmi su, ma riuscii solo a mettermi carponi. A fatica, cominciai a cercare la mia famiglia nell'appartamento. Avevo la gola secca, arsa. La sentivo contratta, non riuscivo ad emettere suoni, salvo per una specie di basso grugnito. Raggiunsi la cucina, Laura, mia moglie, stava cucinando e mi dava le spalle. Mi trascinai verso di lei, incapace di richiamare ...
... l'attenzione a parole. Vestiva con una gonna corta, un paio di sandali e una canotta bianca. Lei, disolito era piuttosto freddolosa, era curioso vederla così scoperta già a Febbraio. Non ci badai, raggiunsi le sue gambe nude, lisce e toniche (diavolo un mese di palestra già dava i suoi frutti...) provando ancora a dire qualcosa che potesse segnalare la mia presenza. Potevo vedere le sue mutande da quell'angolo, non era proprio il momento per roba del genere però. "Sta buonooo..." Disse lei a bassa voce. Allora si era accorta di me? Perchè non mi aiutava ad alzarmi? Allungai la mano verso il suo polpaccio, notando con orrore che era coperta di pelo marrone. No, quella non era la mia mano, era una zampa, la zampa di un cane... Ma si, la mia zampa... L'assurdità della cosa mi convinse dapprima che stessi vivendo un curioso sogno, rassicurandomi. Esplorai la casa, convinto che prima o poi mi sarei sevegliato. Le fiestre erano spalancate, il sole alto all'esterno, faceva caldo, tanto che ansimavo continuamente. Mia figlia, Michela mi venne incontro, shorts canotta e scarpe da ginnastica. Si chinò su di me facendomi una carezza poi direngendosi verso la porta disse : "Maa... Vado a fare una corsetta ..." "La cena è quasi pronta, non fare tardi." Le rispose Laura dalla cucina. Mi domandavo quando sarebbe finito quel curioso, senonchè tremendamente realistico, sogno psichedelico, quando mi trovai di fronte ad uno specchio. Quello che vidi mi lasciò di stucco. Un cane, un labrador credo, ...