Il collare - Cap.1
Data: 27/10/2020,
Categorie:
Zoofilia
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... ma non fù quello a sorprendermi, dato che già avevo capito che in questa specie di sogno stavo impersonando un cane o qualcosa di simile. A farmi trasecolare, eccitandomi come un ragazzino, fù notare il mio cognegno, il collare che avevo progettato, al collo dell'animale. Scodinzolava, o meglio scodinzolavo. Fui interrotto nella mia sperimentazione allo specchio da mio figlio, Luca, che agganciando un guinzaglio al mio collo, mi strattonò verso la porta. "Dai bello, scommetto che devi proprio farla, erano ore che dormivi ..." Più tardi, e nei giorni seguenti, feci diverse sconcertanti scoperte che diedero un senso a quello che mi stava accadendo. Era estate, Luglio per la precisione,ed il motivo per cui non avevo memoria di quanto accaduto da Febbraio, era perchè il collare, nel quale risiedeva oramai la mia coscienza da dopo l'incidente, era stato lasciato in uno scatolone per mesi. A quanto pare, nessuno aveva capito a cosa servisse al laboratorio. Si erano fatti l'idea che non c'entrasse nulla con la ricerca, avevano pensato che, prima che d'essere colto da una sincope, stessi preparando un regalo a mio figlio per il suo imminente compleanno, un cane per l'appunto. Così qualche tempo dopo, Laura e i ragazzi, pensando a me e quasi per riempire il vuoto che avevo lasciato, avevano preso Nerone, questo il nome del cane. Io, il mio corpo almeno, era invece in un letto di ospedale. Un vegetale svuotato dell'anima. La cosa che mi affascinava era come, non appena il collare ...
... era stato apposto sull'incolpevole Nerone, la mia mente avesse preso il controllo del suo corpo. Non avevo idea di come potesse essere successo, ma di certo apriva strade impensabili alle applicazioni della mia invenzione. Era esaltante saperlo, non c'è che dire, e questo mi tenne buono i primi giorni, mentre sperimentavo e ragionavo sulla mia siuazione. Quando realizzai però di essere bloccato, di non poter comunicare con nessuno, fui preso dallo sconforto. La cosa venne notata dalla mia famiglia, stavo sempre accucciato da qualche parte, cosa che per un cane giovane e vitale come Nerone era strana. Lo spauracchio di essere portato dal veterinario, con la possibilità che il collare venisse rimosso, togliendomi anche questo piccolo spiraglio sul mondo che mi era rimasto, per quanto limitato, mi spinse a cercare di comportarmi come un normale cane. Mangiare da una ciotola, fare i bisogni a comando, all'aperto, fu strano e difficile all'inzio. Ero grato, nella sfortuna di poter stare accanto alla mia famiglia, ma in qualche modo, la loro vicinanza rendeva il desiderio di tutte le cose che mi mancavano ancora più forte. Mi soffermavo a guardare Laura mentre cucinava, mi strusciavo tra le sue gambe, sbirciando sotto la gonna come avevo fatto al mio risveglio, preda di un bisogno di contatto, di intimità, che ogni giorno diventava piu doloroso. Lei sorrideva sbuffando, divertita più che altro, dal fatto che Nerone fosse interessato a quello che c'era sotto la sua gonna. In breve ...