L'estate di Anna
Data: 28/10/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: Eleonora, Fonte: EroticiRacconti
Quell’estate i miei genitori decisero di passare le vacanze in Puglia, in una località di campagna non distante dalla costa. Non ero molto entusiasta all’idea: avrei preferito qualche paesino turistico sul mare, più movimentato, dove sarebbe stato possibile fare amicizia con ragazzi e ragazze della mia età. Ma i miei si erano perdutamente innamorati di una vecchia masseria dove, a loro dire, si respirava un’atmosfera bucolica d’altri tempi, lontano dal chiasso della “pazza folla”. Naturalmente non potevo fare altro che seguirli, confidando nella promessa di scendere spesso in paese e in spiaggia. La masseria era enorme, tutta costruita in una pietra chiara che risplendeva sotto il sole, protetta da querce colossali ed immersa in un uliveto sterminato. Doveva aver conosciuto un passato florido, con molte famiglie dedite alla campagna e alla pastorizia. Ora molte delle costruzioni e dependances erano in disuso, solo la parte centrale ospitava ancora l’abitazione del fattore ed un paio di miniappartamenti che venivano dati in affitto ai turisti. Più tardi, negli anni, si sarebbe trasformata in un grande agriturismo, con tanto di piscina e solarium. Ma allora, ai miei occhi di giovane ragazza, era solo un enorme casolare un po’ in rovina, perso nel nulla, arrostito dall’implacabile sole del mediterraneo e assordato da milioni di cicale scatenate. Già al secondo giorno di permanenza ero sul piede di guerra con i miei, ancora presi a sistemarsi e già in piena sintonia con il ...
... ritmo letargico del posto! A pranzo cercarono di tenermi buona suggerendomi che, magari, avrei potuto fare amicizia con la figlia del fattore, Anna, di un anno più grande di me, ed andare con lei ad esplorare i dintorni, la stalla, il pollaio e altre mille cose che, secondo loro, non potevano che suscitare entusiasmo. Fu così che, non avendo alternative, verso le due del pomeriggio uscii sull’aia e…fui subito investita dall’implacabile martello del sole a dal canto delle cicale. Cercai subito riparo sotto una delle grandi querce, sedendomi su un vecchio tronco abbattuto. Avevo fatto solo poche decine di metri e le gocce di sudore mi scendevano già lungo la schiena, sotto il vestitino leggero. Mi guardai attorno, non c’era anima viva, anche le pecore se ne stavano immobili all’ombra degli alberi. Di questa Anna nessuna traccia, probabilmente se ne stava anche lei, come tutti, a fare la siesta in qualche camera della masseria, in attesa delle ore più vivibili del tardo pomeriggio. Stetti un po’ incerta sul da farsi, poi decisi di andare da sola in esplorazione, perché l’idea di mettermi a dormire mi faceva davvero troppa tristezza. C’erano diverse costruzioni abbandonate, le une attaccate alle altre, molte con gli usci divelti. Cercai un percorso poco esposto al sole e mi incamminai cercando di evitare i numerosi cardi, secchi e spinosi e qualche “ricordino” altrettanto rinsecchito che le mucche avevano lasciato in giro. Arrivai all’ingresso di un ovile e mi affacciai con ...