L'estate di Anna
Data: 28/10/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: Eleonora, Fonte: EroticiRacconti
... spaventata così tanto e, nel frattempo, notai che era una bella ragazza, più o meno alta come me, bruna e con un bel corpo, un po’ meno asciutto del mio. Notai le forme del suo seno, un poco ansante, che si affacciava sotto la scollatura molto ampia e un po’ stropicciata del suo vestitino. L’incavo era completamente imperlato di sudore. Pensai che, in fin dei conti, per la siesta forse era preferibile la noia ombrosa ma più fresca delle camere in masseria…. Finalmente Anna sembrò riprendersi e mi sorrise. Si strofinò il palmo della mano destra contro il fianco del vestito e poi me la porse, come a voler ufficializzare la presentazione. Mi fu subito molto simpatica, era semplice e diretta. Mi disse che veniva spesso a rifugiarsi in quel posto, che quella era la sua radura personale, un nascondiglio segreto che non andava rivelato a nessuno. Mi guardò con uno sguardo d’intesa, maliziosamente interrogativo… Le assicurai che non ne avrei fatto parola con nessuno e che il suo era davvero un bel posticino (evitai di chiederle se, visto il suo evidente sudore, quel posto non era in realtà un po’ troppo caldo in quella stagione!). Anna si offrì di farmi da guida alla masseria e così ci allontanammo dalla radura. Mi parlò della vita in campagna ai tempi di suo nonno, della povertà ma anche della vitalità della gente che abitava lì, delle feste paesane di allora e della noia mortale di oggi. Mentre mi parlava, camminando tra quelle pietre abbandonate, potei notare che mi scrutava come ...
... se, parallelamente, stesse seguendo anche altri pensieri. Pensai che mi stesse studiando, cercando di capire quanto una ragazza di città potesse essere diversa da lei. Ma ero a mio agio e, finalmente, con qualcuno della mia età! Accucciate davanti ad una conigliera, a offrire fili d’erba alle bestiole attraverso la rete della gabbia, Anna mi guardò nuovamente e a lungo, con un sorriso malizioso, e poi disse che voleva chiedermi una cosa. La incoraggiai a farlo ma lei restò muta, a guardarmi in un modo che non capivo. Invece si alzò improvvisamente dicendo “magari domani, ora mi scappa la pipì…”. Mi lasciò interdetta ad osservarla mentre si appartava dietro ad un trattore li accanto. “Simpatica ma un poco strana questa ragazza di campagna!” pensai mentre sentivo il leggero scroscio della sua pipì che si infrangeva sulla paglia. Per pudore distolsi lo sguardo, visto che Anna era solo parzialmente nascosta alla mia vista, ma non abbastanza per non accorgermi che non aveva le mutandine abbassate. Quelle se le rimise quando ebbe finito, pescandole da una tasca del vestitino. Uscì con un sorriso radioso e io mi dimenticai delle sue stranezze. Passammo insieme tutto il pomeriggio, ridendo e scherzando, come due vecchie amiche e ci demmo appuntamento per il pomeriggio successivo visto che aveva un sacco di lavori da svolgere “in azienda” e non voleva fare arrabbiare suo padre. La mattina dopo, finalmente, i miei genitori decisero che era venuto il momento per la spiaggia ed il primo ...