1. L'estate di Anna


    Data: 28/10/2020, Categorie: Masturbazione Autore: Eleonora, Fonte: EroticiRacconti

    ... bagno della stagione. Sdraiata in riva al mare pensai solo a come sembrava distante, in quel momento, il mondo di Anna, le sue pecore, le sue pietre assediate dai rovi, gli ulivi e le sue cicale assordanti. Tornammo a casa poco prima di pranzo perché la temperatura si era fatta sgradevole e mio padre, comunque, teneva molto al suo piatto di pastasciutta ed alla pennichella pomeridiana. Sotto la doccia, mentre mi insaponavo dappertutto, sentii la voglia di toccarmi. Non lo avevo più fatto da qualche giorno ed ora, sotto il getto d’acqua che scorreva sulla pelle, la voglia stava salendo prepotentemente. Purtroppo non c’erano le condizioni giuste. La doccia era troppo vicina alla cucina, dove mia madre stava spignattando, e mio padre già borbottava perché ci stavo mettendo troppo. Dovetti limitarmi a stringermi la fichetta nel palmo della mano e passare un dito lungo la fessura. Riuscii solo a frullarmi il clitoride per qualche secondo, con la punta del medio, poi mio padre urlò di uscire, che era il suo turno e che aveva fame. Pazienza, mi dissi, troverò un momento migliore. Alle due del pomeriggio la fattoria era di nuovo sprofondata in un sonno messicano. Uscii sull’aia e vidi che Anna mi stava già aspettando seduta sul tronco all’ombra delle querce. Mi sedetti un po’al suo fianco e iniziammo a chiacchierare. Mi chiese del mare, se mi era piaciuto e se avevo ancora voglia di esplorare i dintorni della masseria con lei. Mi guardava nuovamente con un’aria sorniona, con quei ...
    ... suoi occhi grandi e scurissimi. Le risposi di si e di non preoccuparsi, che la sua compagnia mi piaceva ed il giorno prima avevamo passato davvero un bel pomeriggio. Anna mi sorrise, mi prese per mano e si avviò verso la stalla “Vieni, andiamo a parlare nel rifugio segreto che ora è troppo presto per andarsene in giro… ” La seguii come un cagnolino all’interno dell’ovile. Indossava lo stesso vestito del giorno prima, ma pareva fosse più in ordine, meno spiegazzato. Arrivammo sullo stretto sentiero che portava alla sua radura. Anna aveva smesso di parlare e anch’io non sapevo bene cosa dire. Le cicale presero il sopravvento e riempirono l’aria calda con il loro canto. Sentivo il sudore colarmi lungo la schiena e tra le cosce. Per un attimo il ricordo del mio corpo sotto la doccia, di quello che avevo interrotto, mi dette una piacevole fitta. Davanti a me vedevo goccioline di sudore brillare sul collo di Anna e zone del suo vestitino che iniziavano ad incollarsi alle parti più rotonde. Mi chiesi perché mai stessimo andando ad infilarci in quel posto anziché cercare il conforto di una bella cantina fresca! Arrivammo nella radura, Anna afferrò la sdraio, la girò di 180 gradi, rivolgendola verso il muro dell’edificio, e mi pregò di sedermici. Cercai di rifiutare, ma lei insistette dicendo che ero l’ospite e che si sarebbe seduta sul piccolo gradone alla base del muro. In effetti su quella sdraio un po’ sgangherata non si stava male: alzai lo sguardo verso il cielo e vidi i poderosi ...
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