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Elena
Data: 28/10/2020, Categorie: Tradimenti Autore: brikola, Fonte: Annunci69
... lui guardandolo fisso negli occhi. Lui sembrò pietrificato dalla vista del mio seno e io, come se fossi in trance, vidi me stessa cadere sulle ginocchia e abbassargli i pantaloni; non appena abbassai anche i suoi slip, il suo pene scattò fuori come una molla e mi sbatté sul naso facendomi trasalire. Mi sentii un po' goffa e inesperta e per un attimo mi chiesi che cosa dovesse pensare di me il mio bel sconosciuto, ma aprii le labbra e mi infilai in bocca il suo pene che era già bagnato di un leggero velo di sperma; sentivo il desiderio di spingerlo giù fino in fondo alla gola e così feci, fino quasi a sentirmi soffocare. La cosa dovette piacere tantissimo anche al mio partner perché lo sentii gemere di piacere e il suo pene pulsava come un ossesso. Ripetei lo stesso gesto due o tre volte e lui iniziò a toccarmi i seni e ad alzarmi la gonna. La mattina avevo pensato addirittura di non indossare le mutandine, ma poi un barlume di ragione me l'aveva impedito e così ebbi l’occasione di rendermi conto di avere addosso un paio di slip completamente fradici. Staccai per un istante la mia bocca dal suo pene, giusto per il tempo di consentirgli di levarmi gli slip e di accarezzarmi nelle parti intime completamente aperte e a sua disposizione. Ero talmente eccitata che stavo per venire e ci misi effettivamente pochi secondi ad arrivare ad emettere dei gridolini di ...
... piacere mentre con la mano accompagnavo anche il mio lui verso la meta. Impazzii letteralmente quando sentii il getto caldo del suo sperma inondarmi improvvisamente il seno e fui talmente presa dalla voglia di prendere in bocca gli ultimi getti di quell'orgasmo che mi infilai nuovamente in bocca il suo pene ancora pulsante. Ero, ma forse dovrei dire eravamo, devastati da quella mezzora di follia e iniziai a sentire un po' di imbarazzo e di panico, ma ancora una volta sorpresi me stessa quando udii la mia voce che chiedeva allo sconosciuto di andarsene senza dire nulla. E fui ancora più sorpresa dal fatto che lo sconosciuto mi ascoltò senza battere ciglio e se ne andò riallacciandosi i pantaloni con le mie labbra rosse stampate come ricordo dell'avventura e più tardi mi accorsi che quello non era l'unico ricordo che si era portato via, visto che non trovai più le mie mutandine. Mi ripulii sommariamente dallo sperma (mi piaceva l’idea di passeggiare in mezzo alla gente portandomi dietro quell’odore pungente e con i seni appiccicosi) e, dopo aver indossato un paio di vecchi mutandoni di mia zia, mi avviai frastornata verso casa con mille pensieri che mi frullavano nella testa. Un pensiero solo si fece però largo in mezzo agli altri: dentro di me avevo capito che non avrei venduto la casa di mia zia, come invece avevo pensato di fare fino a qualche giorno prima. .