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Gang bang a new york - 1
Data: 28/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... ecc. ecc., e scoprire quello che la mia buona sorte mi avrebbe offerto, questo almeno finché non avessi acquistato maggiore dimestichezza con la città. Uscito in strada, mi guardai un momento attorno spaesato, poi raccolsi il coraggio e presi a destra. I marciapiedi erano affollati in quell’ora serale: gente che rientrava dal lavoro, bighelloni a spasso, gente di ogni colore e di ogni risma, esattamente come ci si aspetta in una città come New York: tutto un andirivieni caotico e confuso, come non è difficile trovare anche da noi, sia pure in dimensioni ridotte. Naturalmente, si notavano numerosi volpacchiotti in quella calca: ragazzi sfrontati coi jeans, che sembravano dovessero scucirglisi ad ogni passo, tanto erano aderenti, e le magliette praticamente pitturate sui dorsi scolpiti; giovani impiegati terribilmente seducenti con la loro aria stanca e il vestito stazzonato, dopo un giorno di ufficio e di frustrazioni… Camminavo un po’ spaesato in quella calca, gli occhi che continuavano a corrermi da un culo polposo a un pacco prominente, da un paio di gambe guizzanti a un torace scolpito… da un bel volto tenebroso a un viso angelico dal sorriso solare. Chissà se quei ragazzi si accorgevano delle mie fameliche occhiate? Probabilmente no, visto che nessuno sembrava farci caso. Mi rammaricai di non aver pensato a consultare una guida gay, prima di partire… adesso mi sentivo davvero come un pigmeo fuori dalla giungla. E intanto oltrepassavo boutique di lusso, ...
... tavole calde, ristoranti d’ogni nazionalità… Camminavo ormai da oltre mezzora quando, alla fine di un isolato, svoltai in un vialone leggermente più tranquillo. C’era gente anche qui, ma per lo meno si poteva camminare senza doversi far largo a gomitate. Ad un certo punto, un’insegna lampeggiante attrasse la mia attenzione dall’altro lato della strada: THE BARE LUNCH. “Bare” è un termine fortemente evocativo per noi pornomani: immagine vivide, tridimensionali di cazzi lucidi di sugo, leccati a tutta lingua da frocetti vogliosi, scopate senza preservativo in buchi di culo tracimanti sborra… Oddìo, avrebbe potuto trattarsi tutt’altra cosa, magari una mensa assistenziale dell’Esercito Della Salvezza, anche perché a quella distanza non riuscivo a distinguere altro, ma ormai la mia immaginazione galoppava e io già mi vedevo nudo nel bel mezzo di un’orgia… Traversai la strada al primo semaforo, dopo di che tornai indietro quel centinaio di metri: beh, il mio istinto non si era sbagliato, si trattava appunto di una libreria per adulti… un sexy shop in parole povere. Naturalmente, non ero un novellino di questi posti, avevo già frequentato sexy shop in Italia: dove credete che andassi a rifornirmi di video porno? Ma sapevo, dalla letteratura e dal cinema, che questi americani spesso non sono semplici negozi di video o giocattoli erotici, ma sono più completi, più… attrezzati, non so se mi spiego! Il negozio era composto di due locali, uno di seguito all’altro: questo ...