-
Leo
Data: 02/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bollentispiriti
Era docile,docile e servizievole. Socievole di carattere, dimostrava la buona educazione ricevuta. Sembrava un vero cane da riporto. Attento, vigile, ben disposto, pronto a capire ogni gesto, ogni mossa che venisse posta in essere durante il rapporto per ragguagliarsi alle aspettative insite nel gesto del partner. Afferrava a volo ogni desiderio e metteva in pratica. Un vera macchina del sesso! Ormai di anni doveva averne un bel po'. Non era più un ragazzino. Di circa quarantacinque primavere, anno più anno meno, il viso iniziava a mostrare qualche segno di cedimento e qualche ruga in più si faceva strada; d'altronde, con la "vita" che era costretto a seguire per sbarcare il lunario, doveva averne di difficoltà. I capelli castani, tendenti al rosso, folti e pettinati indietro, dimostravano la costante cura del barbiere. Il taglio delle basette era portato alto un dito sopra le orecchie, perfettamente sbarbato, senza sbavature che potessero pungere in un incontro ravvicinato. La voce era bassa senza cadere nella fono-astenia; abituato a vivere da solo non poteva esercitarla molto e, quando era in compagnia, preferiva evitare che i vicini sentissero provenire dal suo appartamento rumori rivelatori dell'attività che esercitava. Di media statura, sul metro e settantacinque, con un peso forma che, ad occhio e croce, poteva andare sui 65/70 chili al massimo, aveva un fisico asciutto e molto piacevole. Armonico, depilato completamente, curava di tonificarsi in palestra, anche per ...
... distrarsi dalla routine della giornaliera attività. I muscoli, però, erano molto elastici, non gonfi, come in chi "si fa" con ormoni o altre porcherie del genere. Era, insomma, un salutista, una personcina a modo. La professione che si era costruita con le sue "mani" era troppo brutale nella sua accezione per ammetterla, neanche nell'intimità della sua casa e, tanto meno, a se stesso. In realtà era un "prostituto". Sì; si prostituiva come una puttana. Un vero puttano. Ma lo faceva con estrema discrezione in casa sua. Un ingressino minuscolo con un tavolo posto a un lato, una sedia e il frigo. Una tenda appena sollevata faceva intravedere un fornelletto nell'altro angolo della stanza. Subito di fronte all'ingresso una porta a due battenti dava accesso alla camera da letto ed, in fondo, vicino alla finestra, c'era il bagnetto, pulito, ma la cui descrizione non è utile a sollevare il morale. Senza eccessi e con grande umanità, insomma, con umile professionalità, si dedicava con mite bonomia al suo "mestiere". Non chiedeva mai la "marchetta". La esternava con ritrosia solo al termine del primo incontro e a mezza voce. Nelle successive occasioni, consumata la prestazione, era il "visitatore" che doveva chiedere conferma, se voleva, circa l'onorario da corrispondere e lui, quasi per non sporcarsi con la vile mercede, sussurrava con un sorriso: "Il solito, grazie.". A volte, tanta era la familiarità raggiunta e l'entusiasmo nella "soddisfazione" che elargiva, che capitava a ...