1. Leo


    Data: 02/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bollentispiriti

    ... qualche cliente di scordarla. Al "regalino" era costretto ad accennare al momento del saluto, e solo allora, rivolgeva, costretto, la frase educatissima: "Hai lasciato sul tavolo...?" - senza precisare cosa, facendo trasalire l'avventore che mai avrebbe voluto offendere "l'amico" con una mancanza così colossale. Era un dio nelle pause e nelle riprese. Sapeva quando fermarsi per evitare una precoce conclusione dell'incontro, quando partecipare o fingere di essere coinvolto. Aveva imparato benissimo, insomma, l'arte del meretricio, ma non poteva fare a meno di essere generoso, al contrario delle sue colleghe femmine. La sua maestra era stata una trans che aveva frequentato da ventenne e che aveva valutato subito le doti dell'allievo, spingendolo con entusiasmo alla "professione" e fornendogli tutto lo scibile umano in materia. Negli ultimi tempi, mostrava una sola pecca: non gli si "rizzava" più tanto. Attribuirlo ad un inizio di impotenza sembrerebbe un po' eccessivo, certo &egrave che in passato fermava la mano, piena d'ardore, che lo molestava, quando il cliente lo masturbava, per evitare il rischio della eiaculazione. A volte l'odore della sborra recente, da precedente incontro, si percepiva, a succhiarglielo; una semplice traccia. Ma poteva essere un'impressione. Poi, più nulla. Non s'avvertiva neanche quello. Restava incappucciato, l'uccello, a capo chino e non s'inturgidiva neanche a succhiarglielo. Sembrava un frutto maturo, moderatamente gonfio, ben modellato. Veniva ...
    ... il dubbio che non fosse poi tanto coinvolto. D'altronde, chiunque, a farne tante, ne avrebbe a noia. A tirargli i capezzoli, a pizzicarli, a girarglieli come le manopole di una vecchia radio, lui si doleva, dimostrando la sua sensibilità, soffiava, mimava di volersi sottrarre alla presa, mentre il gingillo restava indifferente, non a capo in giù, ma "come color che son sospesi": a metà, tendente al basso. Appena si allentava la strizzata, il cannolo ricadeva, esausto, sui coglioni. Faceva tenerezza. La durata media degli incontri andava intorno alle due ore, non tutte utilizzate per fare sesso, naturalmente. Libertà assoluta, anche di tempo. Si cominciava con l'approccio da vecchi amici, e in effetti la frequentazione lo giustificava. Un bacetto sulle guance all'ingresso, mentre lui richiudeva, silenziosamente alle spalle dell'ospite, la porta che s'era dischiusa, un attimo prima, non appena questi aveva raggiunto il pianerottolo, preannunciandosi con un discreto segnale citofonico. Si materializzava al visitatore appena entrato, comparendo a metà da dietro l'anta dell'uscio. In slippini, con ai piedi le sabot bianche in materiale sintetico, sembrava un vero infermiere del sesso che aspettava di portare il paziente in sala operatoria. "Come stai? Tutto bene?" - la premurosa sempre uguale, sorridente domanda, mentre baciava il cliente sulle guance, se non gli offriva la bocca, sigillandogliela. Avrebbe potuto baciargli anche il culo, se l'avesse richiesto; l'avrebbe baciato con ...