1. 125 - Mamma Nadia, grande maiala con suo figlio


    Data: 03/11/2020, Categorie: Etero Incesti Autoerotismo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... cuore. Ecco, pensai, per risolvere il mio gravissimo problema, lui ha usato una frase fatta, �lascia parlare il cuore� . Cazzo, io non so come fare e lui mi dice sta cosa??? Lo salutai un po� incazzato e me ne tornai a casa, rimuginando su ciò che mi aveva appena detto Fabio. Lui e sua cugina, va beh era sempre incesto, ma una cosa era una cugina e un'altra era la mamma. Non avevo risolto nulla e con il passare del tempo il tormento invece di diminuire continuava ad aumentare. Prima di entrare nel portone di ingresso vidi la macchina di mia madre parcheggiata proprio lì davanti; chissà se avrei trovato la mia dolce mammina nuovamente in tenuta adamitica? Tra l�altro non capivo se il mio pensiero rappresentava il desiderio di trovarla nuda oppure quello di trovarla vestita. Quando scesi dall�ascensore la vidi uscire dalla porta di casa di una nostra vicina, così entrammo assieme e lei si infilò in camera sua, lasciando tranquillamente la porta aperta. Beh, certo, lei non immaginava nemmeno lontanamente che suo figlio fosse un porco pervertito e con spiccate attitudini all�incesto. Lottai con la fortissima bramosia di spiarla nuovamente e me ne andai in camera mia. Il richiamo fu però incontenibile, sapevo che in quel momento lei era di là nuda con quel culo statuario interamente scoperto, a portata dei miei sguardi lussuriosi. Mi tolsi intanto i pantaloni, poi la maglietta e mi infilai le ciabatte al posto delle scarpe, uscii dalla mia stanza e passando davanti a quella di ...
    ... mia madre, tenni il viso dritto, cercando di non guardare dentro. Gli occhi però si girarono quasi inconsapevolmente e catturarono l�immagine di quel corpo bianco e di quelle chiappe meravigliose. Come un automa cambiai direzione e il più silenziosamente possibile mi avvicinai allo stipite della porta. Ancora girata di spalle, mentre cercava qualcosa in uno dei cassetti in basso del suo armadio, le gambe tese e leggermente divaricate, stavo veramente impazzendo. In quel momento lei, forse, percepì la mia presenza, la vidi voltarsi di scatto e beccarmi in flagrante come un bimbo con le mani nel barattolo della marmellata. Probabilmente pensò che io fossi appena entrato e senza vergogna alcuna si mostrò in tutto il suo splendore chiedendomi se mi serviva qualcosa.Avrei voluto dire che era lei la �cosa� che mi serviva, avrei voluto chiederle di sdraiarsi sul letto e aprire le cosce, avrei voluto dirle che per lei stavo uscendo di senno e invece masticai alcune parole senza senso e poi le dissi che non importava e me ne andai ancora una volta in bagno. Mi tolsi le mutande, il cazzo, durissimo e incurvato verso l�alto, scattò fuori come una molla.Una lacrima di liquido mi uscì dal taglietto sulla cappella e colò verso il basso rimanendo elasticamente appesa. Mi infilai sotto la doccia selezionando l�acqua fredda, resistetti per qualche minuto fino quando il mio pene decise finalmente di sgonfiarsi. Uscii dalla cabina della doccia e ancora davanti allo specchio, mi guardai. Chi ero ...
«1...345...»