È finita a botte
Data: 11/11/2020,
Categorie:
Etero
Cuckold
Autore: esperia
... controllo adesso, non preoccuparti. - Gli rispose la bestia mentre si avvicinava minaccioso.Compresi subito le sue intenzioni, ma, ammanettato com'ero, non avevo modo di difendermi. Così mi colpì come un martello sull'occhio buono.Un male cane.La violenza del colpo mi scaraventò addosso alla gazzella del carabiniere che non avevo sentito arrivare. A quel punto però avvertii sotto le mani dietro la schiena l'appoggio del finestrino aperto. Mi ci aggrappai e facendo leva riuscii a sferrare un doppio calcio in avanti a piedi uniti con tutta la mia forza, quasi senza guardare perché i miei occhi ormai erano semichiusi.Lo colpii per mia fortuna in pieno petto e volò per un paio di metri atterrando malamente sull'asfalto. La sua testa produsse un rumore sordo quando impattò contro il marciapiede.- Cazzo! Me lo stai ammazzando! - gridò il carabiniere, estraendo la pistola e puntandomela alla testa.A quel punto arrivò un'altra gazzella, ne scesero un paio di carabinieri mentre me ne stavo, nudo, ammanettato e sanguinate, seduto sul bordo del marciapiede.Confabularono tra loro per un tempo che mi parve infinito. Cominciavo ad avere freddo. Non capivo cosa dicesse la gente intorno a me, sentivo solo un rombo indistinto.Finalmente mi caricarono su una macchina e partimmo. L'ultima cosa che scorsi dal finestrino fu il pazzo che si stava sollevando lentamente da terra, aiutato da un infermiere di una ambulanza che non avevo visto arrivare. Bene, era vivo. Non avrei dovuto affrontare ...
... un'accusa di omicidio.Le ore successive furono un vero incubo. Mi schiaffarono in una cella al comando dei carabinieri e l'unica cosa che mi diedero per coprirmi fu una coperta, che mi avvolsi attorno al corpo. Chiesi di chiamare un avvocato e mi fu permesso. Così chiamai lo studio che seguiva la mia azienda e parlai con il primo penalista che mi passarono dal centralino.Mi rassegnai a trascorrere la giornata in cella. Non avevo documenti, soldi, niente. I carabinieri mi guardavano male, pensando che fossi un pervertito.Quando l'avvocato arrivò, che era ormai pomeriggio, i miei occhi avevano preso ormai tutti i colori dell'arcobaleno, dal rosso al violetto, e avevo l'aspetto di un pesce lesso.- Galbiati Felice? E' lei?- Già.- Piacere. Io sono l'avvocato Pennetti. Mi manda lo studio Germani per gestire la sua... situazione. Lei è d'accordo che io sia il suo avvocato?- Avvocato, lei è davvero perspicace. Perché altrimenti saremmo qui a parlare? In queste condizioni?Nel dir questo mi resi conto che stavo dandomi la zappa sui piedi. Trattare l'unica persona che avrebbe potuto tirarmi fuori dai guai con sarcasmo era qualcosa che avrei fatto bene a evitare. Ma ero esasperato: sanguinavo, avevo freddo, non avevo dormito, sentivo male dappertutto e i miei occhi erano quasi completamente chiusi. Ma non era certo colpa sua.- Mi scusi, avvocato. Ho appena vissuto una bruttissima esperienza e tendo ad essere un tantino sulla difensiva. Sì, ho bisogno che lei gestisca al meglio ...