Confessioni di una mente perversa. -6a ed ultima parte
Data: 26/08/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sexitraumer, Fonte: Annunci69
... correvano sguardi gentili. Chiaramente a mamma Marta non piaceva, ma la rispettava… Non riuscivo a leggere le labbra. Nel frattempo era entrata anche l’impiegata addetta dell’obitorio, e compresi del tutto: sul camice verde aveva il badge con scritto Enrica M. M come Malasorte; così mi si era presentata nello spogliatoio delle ragazze a scuola, come fosse un’insegnante di educazione fisica…quella però era stata un’altra fantasia della mia mente: avevo semplicemente immaginato di fare sesso orale con lei, che in quei momenti stava spogliando il mio corpo per prepararmi per la cella frigorifera. Se avevo ben compreso la situazione, i venti euro me li doveva aver sgraffignati lei dai miei vestiti, con le proprie dita svelte, durante la spoliazione del mio corpo…e il carabiniere che mi voleva interrogare dopo l’incidente… dall’impatto con il muro…ora la mia mente aveva ricordato tutto: non c’era mai stato alcun professor Gerardelli, chissà dove avevo sentito quel nome…forse alla Tv? Probabile... Quel volto di Gerardelli altri non era che il passante, che avevo rischiato di portare con me, quando non riuscivo a governare lo scooter, e accadde l’irreparabile al mio cranio, al mio cervello…quindi al mio corpo…la lettera da lui mostrata al consiglio coi colleghi l’avevo scritta io per spostare l’attenzione di ...
... eventuali indagini su Marta…solo che De Altis, da saggia persona a differenza di me, essendo anonime le aveva ignorate fregandosene; credevo di aver fatto le migliori scopate della mia vita, le più intense…le più bagnate, le più cerebrali … ma adesso non mi dicevano più nulla. La mia carne non funzionava proprio più. Ero tranquilla e paga, e diedi uno sguardo ai presenti: Marta aveva preso la testa di Antongiulio, e se l’era poggiata sul ventre, carezzandolo; mamma, purtroppo anziana avrebbe voluto farlo lei, ma la mia amica Kopelij era più giovane, e più gradevole; per cui rassegnata lasciò fare. Di tempo per delle carezze loro, i sopravvissuti, ne avrebbero avuto ancora…il mio stava finendo adesso…
Diedi un ultimo sguardo ad Antongiulio, a mia madre Agnese, e mio padre Giuseppe, poi mi diressi verso una luce che si era accesa, e si stava ingrandendo senza accecarmi. Per un momento solo mi voltai di nuovo un’ultima volta, e vidi entrare il mio Fede, che avanzava verso il mio corpo seminudo, accudito dall’addetta Enrica, che se ne era rimasta discretamente fuori durante i penosi tentativi di assaggio di mio figlio; vidi Federico prendermi la mano, mia madre guardare da un’altra parte per non salutarlo…poi tutti i presenti scomparvero sotto quel baluginare della luce del varco…
…e anch’io andai oltre….
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