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L'indiana
Data: 15/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Gran Guignol
... massacro. Le donne gridavano aggrappati ai loro bambini mentre le fiamme le divoravano. Qualcuno era riuscito a scappare verso le montagne, ma avevano fatto poca strada, perché i fucili degli uomini bianchi avevano una precisione superiore a quella dei loro archi, le pallottole arrivavano come una folgore e sembravano lingue di fuoco. E quando tuonavano gettavano una tale luce che ci si vedeva come di giorno. Mentre l’accampamento indiano era tutto una fiamma, il colonnello aveva dato l’ordine di radunare i superstiti e caricarli sui carri. Sapeva che erano in molti a potersi permettere il lusso di acquistare un indios per il solo piacere di scotennarlo con le proprie mani. E aveva colto l’occasione. I bambini erano stata venduti subito. Adesso, piegata sul tavolo, Adsila risente nelle sue orecchie il pianto disperato di sua sorella mentre la portano via, rivede la sue lacrime e la sua disperazione. Sa che non la rivedrà più. E che nulla tornerà come prima. Sa anche che finché sarà viva le sarà impossibile dimenticare l’orrore. Le sue divinità non le permettono il privilegio dell’oblio. Questi pensieri le offuscano la mente, impedendole di ragionare. È davvero troppo difficile per lei tentare qualcosa cosa, perché non ha l'animo risoluto del guerriero... non le è stato insegnato a combattere, ma a tessere e decorare preziose chilkat e a conciare la pelle. “Spiriti guida aiutatemi.” bisbiglia nella sua lingua natia. La sua preghiera non sortisce l'effetto sperato, perché in ...
... quel momento l’uomo decide di colpire. Accade in un attimo. Prima lo schiocco. Poi il dolore. Un dolore sordo, difficile da contenere. Adsila contare i muscoli addominali. Le gambe non le reggono. Cade sul pavimento. L'uomo sa di non aver colpito con tutta la sua forza. Ma le concede lo stesso qualche secondo per riprendersi. Va al tavolo, si versa un bicchierino di wisky e lo trangugia. “Alzati.” Ordina poi con voce sorprendentemente pacata. La ragazza esita. “Basta. Io no…” La frusta colpisce di nuovo, questa volta lateralmente. Si sente di nuovo il suono di poco fa, ma più ovattato. Adsila questa volta non può non gridare. Si ripiega sul pavimento aggrappandosi al seno sinistro. “Madre Terra fa malissimo! Basta! Basta! Fa malissimo!” “Sì, sulle tette fa malissimo”. Conviene l’uomo, mentre la ragazza si contorce in attesa che passi il dolore. “Ma ti assicuro che è stata solo una carezza. Posso colpire molto più forte di così.” Adsila di nuovo sta piangendo. Il colonnello nota che la frusta le ha lasciato un bel segno vermiglio sul culo. “Adesso alzati. Mani e fronte sul tavolo.” Adsila obbedisce, tremando. “Brava. Le gambe, devi tenerle più aperte. Ecco, sì. Fai un bel respiro.” STLAKSTLACK! Due sul culo. Adsila si flette, fino a inginocchiarsi, contraendo tutti i muscoli del bacino e delle gambe. Poi La frusta la raggiunge di nuovo, inaspettatamente, su una coscia. “Aaah. Basta. Bastaaaa!” Nel portare la gamba all'indietro, in un disperato gesto di protezione, l’Indiana è ...