1. Dolcetto o scherzetto?


    Data: 16/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear

    Credo che il signor Marco, mio vicino di casa, stesse facendo di tutto per provocarmi...
    
    Sapeva perfettamente che dalle finestre della mia camera potevo vedere ciò che combinava laggiù... E quale effetto poteva avere su di una giovane troietta in calore!
    
    Ogni mattina, prima di andare al lavoro, si allenava nella piccola palestra allestita nel suo seminterrato, mentre moglie e figli facevano colazione al piano di sopra.
    
    Non si era mai spinto a guardare nella mia direzione il furbacchione, ma ogni cosa lasciava intendere che lo spettacolo mattutino fosse a mio beneficio. E che spettacolo!
    
    La corsa sul tapis roulant era il primo atto. Si presentava in canotta e pantaloncini sgambati. L’attività durava una decina di minuti circa: quando il sudore cominciava ad imperlare la sua pelle, la canotta umida aderiva agli enormi pettorali disegnando i capezzoli duri nella stoffa bagnata. Al culmine dello sforzo fisico, madido di sudore, se la levava lanciandola sul pavimento.
    
    Anche i pantaloncini facevano il loro porco lavoro, rivelando la protuberanza che le sue cosce spingevano avanti ad ogni falcata.
    
    Con il sudore che gli colava lungo il busto marmoreo perdendosi tra i peli scuri del petto, il signor Marco scendeva dall’attrezzo per fare un po’ di stretching.
    
    Era quello il culmine dell’affronto nei miei riguardi: darmi le spalle per sfilarsi i pantaloncini. Si aggiustava l’elastico del jockstrap per esibire al meglio i cocchi pelosi per poi voltarsi e sistemare ...
    ... la banana sul davanti prima di sdraiarsi sulla panca a sollevare pesi o scolpire ulteriormente gli addominali.
    
    Sapevo che lo faceva solo per stuzzicarmi… E ci riusciva perfettamente cazzo!
    
    Con le gambe divaricate e le ginocchia puntate direttamente alla mia finestra, certamente stava sognando l’effetto che le mie labbra, infilate tra le sue cosce, avrebbero potuto sortire. E l’esile striscia di cotone che imprigionava l’asta, pronta a sollevarsi allo stesso ritmo della pompata di braccia, doveva pensarla come lui!
    
    Chissà con quale forza la cappella aveva spinto per riuscire a fare capolino e augurarmi il buongiorno!
    
    Nudo, seduto sul mio letto, osservavo quel gran figo del padre del mio migliore amico, dare spettacolo, massaggiandomi incessantemente il cazzo dolorante.
    
    Il secondo atto ebbi sempre e solo modo di immaginarlo…
    
    Terminato l’allenamento infatti, spariva nella doccia della lavanderia…
    
    L’ultima cosa che mi era dato vedere era la sua mano che, dalla fessura lasciata aperta, gettava il jockstrap a terra insieme al resto degli indumenti.
    
    Non so chi passasse a raccoglierla… So solo che avrei invidiato quella persona per il resto della mia vita: l’idea di potermi passare tra le mani e annusare quegli indumenti, pregni del suo odore di maschio, mi portavano all’orgasmo.
    
    Forse era Ste, suo figlio, prima di raggiungerlo in doccia…
    
    Già, perché i giorni più eroticamente tormentosi erano quelli in cui quello sciagurato del mio amico scendeva a sua ...
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