1. Lontani ricordi - il motoraduno (prima parte)


    Data: 19/11/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: ghibellino, Fonte: Annunci69

    ... preziosa ombra dell’albero. Dopo qualche attimo sentii la sua voce un po’ strascicata da avvinazzato che mi diceva: “Dai, prendi il materassino e vieni qua dentro, che si sta bene. E’ una tenda da tre posti, ci stiamo.” Ero già mezzo addormentato, mi ci volle un minuto per capire chi aveva parlato, un altro minuto per realizzare quello che aveva detto, tre minuti per alzarmi e altrettanti per prendere il materassino, portarlo nella tenda di Walter accanto al suo e caderci pesantemente sopra. Dopo di che mi ci vollero circa otto secondi per schiantarmi in un sonno nero e profondo. Non saprei dire per quanto tempo sono rimasto sprofondato in questa catalessi prima che la mia coscienza si risollevasse a livello di un confuso dormiveglia, durante il quale ripresi una vaga consapevolezza di dove mi trovavo, con chi e in quale circostanza. Rimasi ad occhi chiusi a godermi il quieto intorpidimento del caldo, dell’inattesa vacanza, del vino, della digestione. Ma avvertivo qualcosa che moderava il mio torpore, e lo rendeva meno intenso; qualcosa d’inconsueto vicino a me e che non percepivo con uno dei cinque sensi, ma sentivo nell’aria. Non senza fatica socchiusi appena gli occhi e quello che vidi nella fessura tra le ciglia mi lasciò esterrefatto. Walter stava appoggiato sul gomito e osservava il mio sesso fasciato nello slip, mentre una mano scorreva lenta su un membro piccolo e ben fatto, liberato dal fastidio del costume abbassato alle ginocchia. Non feci in tempo a riprendermi ...
    ... da quella sorpresa che subito ne ebbi un’altra, questa volta non da Walter, ma dal mio uccello, che cominciò inopinatamente a indurirsi. “Cosa fai? Stai giù, stai giù!” mi dicevo dopo avere subito richiuso gli occhi. Niente da fare, anche ad occhi chiusi continuavo a rivedere la scena di Walter che si masturbava con scientifica lentezza, mentre sentivo che il mio pene continuava a pulsare e ingrossarsi. Ecco, stava per arrivare all’elastico dello slip un po’ abbassato, Walter non può non essersene accorto; c’è arrivato, lo supera, si fa strada per uscire, la punta adesso è fuori, quasi tutto il glande è oltre l’elastico. Sono eccitato e imbarazzato al tempo stesso. Mi chiedo cosa stia facendo Walter, immagino che a vedermi così la sua eccitazione sia ulteriormente aumentata. Mi manca il coraggio di aprire gli occhi e guardare la realtà. L’indecisione dura poco: un tocco leggero e inaspettato, una carezza quasi timida mi strappa un gemito e mi costringe a mettere fine alla finzione. Apro gli occhi e guardo Walter; lui interpreta come un’autorizzazione il mio sguardo e il precedente gemito di piacere. Forse lo erano. “Lasciati andare” mi dice in sussurro sorridente mentre mi abbassa il costume; poi mi afferra il pene e comincia a muovere la mano con la stessa studiata lentezza con la quale lo faceva prima su di sé. Mi piace, mi piace, ma non riesco a lasciarmi andare del tutto. Vedo a portata di mano il suo piccolo membro nella gloria di una possente erezione. “Forse si aspetta ...
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