1. L'orco


    Data: 12/12/2017, Categorie: Etero Autore: 4occhi

    ... così, lavorando come matti fino alla prima settimana di settembre dove la gente iniziò a calare.
    
    Un giorno in cucina lei stava preparando della marmellata con i mirtilli raccolti quando lui arrivò e le disse che doveva usare meno zucchero, “saprò io come si fa la marmellata!” gli rispose. Lui si girò e tornò da lei, “Meno zucchero”, “Fatti i cazzi tuoi, non la sai fare!!” , si guardarono in cagnesco, la tensione era alle stelle, poi di scatto la prese per le braccia e la baciò, a dire il vero le mangiò le labbra, gliele succhiava così forte da farle male, le vennero le lacrime agli occhi. Mugugnò qualcosa per distrarlo ma lui le lasciò per infilare la lingua alla ricerca della sua, lei non si mosse, stette ferma, lingua compresa, allora lui si staccò guardandola. “La smetti di tormentarmi?”, lei con le labbra doloranti …”che dici, non capisco?”, “ah si?...”, la prese in braccio e la portò nella dispensa, la appoggiò su uno scaffale e la baciò con passione, la lingua era alla ricerca della sua, con le labbra la suggeva, con le mani le accarezzava la schiena, lui era in piedi tra le sue gambe, si sfrusciava il pene contro la sua fica. D’un tratto non capì più nulla, il desiderio prese il sopravvento e gli cinse il viso con le mani e rispose al baciò con violenza, gli morse il labbro. Avvinghiava la sua lingua a quella di lui, era una battaglia, un braccio di ferro. La saliva le colava sul mento, la sua barba la grattava, gliela tirò trattenendola tra i denti, lo sentì ...
    ... gemere di sofferenza. Lui la stringeva forte e continuava a farle sentire la potenza del suo cazzo che si era fatto enorme nei suoi pantaloni, lei si era sciolta come burro fuso, se l’avesse presa subito le sarebbe scivolato dentro senza intoppi. Si scostò le infilò una mano nella t-shirt e si impadronì di un seno, le strinse il capezzolo tra le dita, glielo sfiorava facendolo diventare marmo, una dolce tortura!! Lei gli sbottonò la patta e aprì il tutto impadronendosi del suo cazzo, con le mani lo cingeva, lo stringeva, con una mano gli prese i testicoli, lo accarezzava, lo tormentava come faceva lui con lei…”Ora ti faccio vedere io santarellina!” , scese e le strappò bermuda e intimo insieme, la pelle bruciò dove la stoffa scorreva sui suoi fianchi, sulle sue gambe. Le strappò la maglietta, nuda la prese per il sedere e se la portò contro a strusciare il pene tra la sua passera che al contatto diventò fuoco puro, la sentiva bruciare davvero e dentro un vuoto le si formò tra i suoi muscoli interni, una mancanza, un bisogno di essere riempita che le faceva male. Non smetteva di baciarla con foga, non c’era uno filo d’aria, sudavano, la pelle scivolava meglio. La tirò su e lei gli cinse le gambe intorno ai fianchi, “Scopami!”, lei non vedeva l’ora di essere presa, posseduta, così inserì una mano e se lo posizionò bene: sfrusciamento, penetrazione. Entrò la cappella, ma lei strinse i fianchi come se controllasse un cavallo e si fermò, voleva farlo morire…”no aspetta…”, lui deglutì, ...
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