-
Gigolò
Data: 24/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio
... tranquillo!”, mi rassicura Enrico. La frusta mi sfiora il frenolo proprio quando la sua lingua stimola l’ultimo centimetro del mio anellino e uno scossone mi fa sussultare sul letto. “Ecco, sta funzionando”, dice Enrico, mentre lo guardo con le labbra spalancate di desiderio e la bava alla bocca. Poi torna su un capezzolo e con la lingua rigida mi penetra la rosellina. Il mio corpo salta di nuovo. Ora lo scudiscio e sul mio collo: scende giù fino al torace, circumnaviga il pettorale, arriva al fianco e scende fino ad una natica. Passa sotto la coscia e si inserisce tra le mie chiappe solleticandomi il buco. Un altro sussulto. E poi un altro ancora. E altri a seguire. Enrico si alza in piedi e mi guarda così in preda al mio piacere intenso, si apre lo slip e la sua mazza balza fuori enorme e dondolante. Si leva quella mutanda di latex e si fa ammirare in tutta la sua potenza: sa bene che anche la stimolazione visiva ha una parte rilevante nel rapporto sessuale. “Ti voglio”, rantolo. Lui si sputa sul cazzo e si spalma la saliva lentamente. Quindi, con la mazza lucida avanza verso di me, si carica le mie gambe sulle spalle e intrufola la sua cappellona tra le mie chiappe. Agita il bacino a destra e a sinistra per farsi strada tra le mie rotondità e poi mi spennella il buchino muovendosi in su e in giù. Io gemo. Lui ride di soddisfazione. “Dai, scopami!”, lo supplico. “SSSCCCCC!!! Sta’ zitto e goditi i miei servigi!”, mi rimprovera. Poi si ferma e spinge per ...
... entrare in me. Il glande mi penetra ed Enrico continua ad affondare piano piano fino a metà asta. Quindi, con la stessa lentezza torna indietro. “No!”, protesto. “Vuoi tacere! Devi avere pazienza. Ti ho detto che stavolta godrai in un modo diverso”, dice e si arresta quando solo la cappella mi rimane dentro. Spinge di nuovo ed io riesco a sentire ogni centimetro della sua grossa verga. Anche questa volta si ferma quando arriva a metà. “MMMMMM”, mi lamento io, ma lui mi ignora. Va così, avanti e indietro, accrescendo la mia libidine e a me sembra quasi di esplodere, tanto non riesco a contenerla. All’improvviso, col suo cazzone piantato per metà nel mio sfintere si arresta e vi rimane per un tempo che mi sembra infinito. Faccio per muovere il mio bacino verso il suo e penetrarmi completamente, ma lui è pronto e si ritrae: “Quante volte devo dirti di pazientare!”, e mi stringe il viso con una mano, senza farmi male ma solo per farmi capire bene il concetto. Quindi, torna dentro di me e si blocca. Dopo qualche secondo il mio sfintere si contrae ritmicamente. No! Un momento! Non sono io, ma lui! Enrico sta gonfiando e sgonfiano il suo cazzo, che, come fosse un cuore, pulsa dentro di me, massaggiandomi le pareti del culo. “Oddio, ma che cosa mi stai facendo?”, gli chiedo meravigliato. “Mi senti? Ti piace?”. “Oh, sì, sìììì!”, gemo. Poi lui esce da me, sempre lentamente, ma nel mio sfintere è come rimasto il ricordo di quel movimento, tanto che continua a ...