1. La mia ginecologa


    Data: 28/11/2020, Categorie: Lesbo Autore: benves, Fonte: Annunci69

    ... la consistenza con le dita.
    
    Mi accorsi dal calore delle sue mani che non si era messa i soliti guanti di gomma, e questo mi mandò un interminabile brivido lungo la spina dorsale.
    
    Continuava a toccarmi, ora stava scendendo lungo la fessura fra le natiche, su e giù, su e giù fino al
    
    buchino… quando spinse un poco il dito contro la sua apertura, come per verificarne la resistenza,
    
    quasi feci un salto dal lettino.
    
    Se ne accorse inevitabilmente.
    
    “Non preoccuparti”, mi disse subito, è una cosa che prima o poi deve succedere ad una donna.
    
    Io chiusi gli occhi e mi abbandonai totalmente al sorgere di un lungo e travolgente piacere.
    
    Riprese a carezzarmi, ma questa volta mi massaggiò il dietro delle cosce, con movimenti circolari
    
    verso l’inguine che a volte mi sfioravano il pelo soffice attorno alle grandi labbra.
    
    Mi piaceva, eccome se mi piaceva.
    
    Mi rilassai e, sentii di perdere un po’ di “miele”, che inevitabilmente colava sulla carta assorbente che ricopriva la superficie del lettino.
    
    Poi, con un movimento improvviso e brusco, mi divaricò completamente le cosce, e mi lasciò lì, oscenamente esposta al suo sguardo, ed ai suoi strumenti “di tortura”.
    
    Non ricordo quanto aspettai in quella posizione, ma quasi mi prese un infarto non appena sentii
    
    appoggiarmisi contro il buchino del culo, la superficie gelida di un qualche cilindretto di metallo…
    
    Da dietro sentivo la sua voce che mi spiegava in tono professionale quello che da lì a qualche ...
    ... istante mi avrebbe fatto…
    
    la chiamò “un’ispezione anale”, e prima doveva infilarmi dentro una specie di termometro, per
    
    misurare la mia temperatura “interna”; solo che a contatto con l’apertura dell’ano mi sembrò più
    
    grosso di un termometro…
    
    Lentamente, con un leggero movimento rotatorio, sentii penetrarmi nel culo quel lungo termometro
    
    asciutto anche se ben lubrificato.
    
    Lo sentii prima forzarmi la pelle delicata del buchino, allargarmela, quasi strapparmela,
    
    piano piano farsi strada dolorosamente in essa, il metallo freddo come il ghiaccio trafiggermi come
    
    se fosse fatto di mille spilli acuminati che mi incidevano la carne…
    
    Mi lamentai e mi dimenai, tanto che lei fu costretta a legarmi le cosce e la vita alle cinghie imbottite del lettino.
    
    “Devi stare immobile, altrimenti potresti rompere dentro il vetro del termometro” mi diceva.
    
    Io continuavo a dimenare il sedere con dentro quella cosa, le dissi che mi bruciava tanto, da morire, che mi sentivo dentro il culo un fuoco.
    
    Quella sofferenza in breve tempo divenne quasi piacevole.
    
    Lei, senza scomporsi tanto, estrasse il cilindretto di metallo con un movimento veloce che mi tolse il fiato.
    
    Pensai al mio culetto ancora aperto, violentato da quel suo brutale strumento.
    
    Mi ci strusciò contro una garza dicendo che avevo perso qualche gocciolina di sangue, ma che era normale.
    
    Mi raccontò che i miei gli avevano chiesto di farlo, perché pensavano che non fossi più vergine là, che una ragazza ...