1. Morte in Alto Mare


    Data: 29/11/2020, Categorie: pulp, Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti

    Il sole riscalda piacevolmente l’aria frizzante del primo mattino. Ho pilotato nuovamente la Serenissima al largo della isole e sono pronta per immergermi. Eva mi ha appena comunicato che la barca di Bertrand ha lasciato Sitia con Susan a bordo assieme al reporter, che apparentemente hanno dormito insieme a bordo. Al garage invece non si è fatto vedere nessuno… Magari Rolf e Susan lavoravano davvero da soli e Bertrand è il solo altro a conoscenza del tesoro? Vedremo… “Un centinaio di metri a ovest di Dragonada, poco a nord del canale, a trenta metri di profondità: proprio come dicevano le carte di Bertrand…”: detto così sembra facile, ma una volta in posizione ci si rende conto che il mare è davvero grande. Ho un paio d’ore al massimo prima che la barca di Bertrand mi raggiunga, e a meno di inscenare una battaglia navale a colpi di kalashnikov, mi conviene sparire prima che i due cacciatori di tesori mi vedano all’opera. Mi butto in mare con le bombole dopo aver gettato l’ancora a nord-ovest dello sbocco occidentale del canale fra le due isole e mi porto a circa cento metri dalla costa prima di portarmi a trenta metri, dove l’acqua è scura e la visibilità limitata a pochi metri. Questa volta ho la muta completa perché a quella profondità fa un freddo cane; esploro il fondale sciabolando con la torcia, un occhio fisso all’orologio, in lotta contro il tempo, ma la fortuna non mi arride. Mi concedo cento minuti, poi sono costretta a riemergere e tornare a bordo. Mi precipito al ...
    ... radar, e effettivamente vedo la barca di Bertrand già pericolosamente vicina… Speriamo che non abbiano un radar, o almeno che sia meno buono del mio. Metto velocemente in moto e mi butto nel canale per celarmi alla vista della barca più piccola in avvicinamento veloce. Con i motori della Serenissima è questione di poco portarmi dietro l’ansa del canale, così non sono costretta ad allontanarmi troppo: a meno che non abbiano un drone, non potranno vedermi, né con il radar né a occhio nudo. OK: fiasco. Sospiro rassegnata, metto le bombole in carica, mi sfilo la muta e controllo la strumentazione di bordo; poi riferisco a Eva, che aspetta frustrata al porto: dice che si farà un ditalino in albergo con le mie mutandine sporche sul naso. Che adorabile sporcacciona… Ora sono costretta a farmi da parte e lasciare lavorare i nostri amici, sperando che non se la filino con il tesoro troppo in fretta. Per fortuna la distanza in termini fisici è di un paio di chilometri o poco più: faccio partire il drone e mi metto ai comandi smanettando sulla consolle portatile. Non sono la più brava con queste diavolerie moderne: sarebbe stato molto meglio se ci fosse stata Eva alla cloche, ma farò del mio meglio. Hmmm… Meglio tenere il drone basso sopra l’isola, così si nasconde alla vista, con la telecamera puntata in avanti. Sì, eccoli: stanno gettando l’ancora proprio adesso… Accidenti a loro, è più a nord di dove stavo io! Non è affatto “poco a nord” del canale: saranno almeno cinquecento metri! ...
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