1. L'amico nero di mio figlio p.6


    Data: 06/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: maialazzo, Fonte: Annunci69

    ... divertendo un po'…" e si dileguò nuovamente in camera con tre lattine di tè in mano.
    
    Si aprì la porta del bagno e ne uscì Susanna: stava ridacchiando e parlando con Jerome che era ancora dentro. Quando si girò e mi vide si pietrificò: dopo un secondo abbassò lo sguardo e scappò anche lei nella camera di Riccardo chiudendo la porta. Uscì anche Jerome, calmo e fiero con il suo martello ciondolante fra le cosce. Anche lui fu sorpreso di vedermi ma, al contrario degli altri, mantenne la calma e sorridendo disse: "Ah, ci sei anche te? Bene" e mi si avvicinò deciso. Mi prese per un braccio e mi tirò dentro la mia camera matrimoniale. Pensando che volesse spiegarmi cosa stava succedendo in casa mia lo lascia fare: appena entrati stavo per sbraitargli addosso di tutto ma Jerome mi sbattè contro il muro e mi infilò tutta la lingua in bocca, pressandosi con il suo corpo nudo contro il mio seno, afferrandomi saldamente un fianco con una mano e la nuca con l'altra, intrappolandomi in una morsa fatta di mani, gonfiori, sapori ed emozioni travolgenti. Mi lasciai trasportare ed in breve mi trovai nuda sul letto con Jerome affianco, continuavamo a limonare mentre lui mi infilava due o tre dita dentro e io gli smanacciavo il cazzone ormai di nuovo sull'attenti. Spalancavo le gambe per dare più spazio alla penetrazione delle sue dita e spalancavo la bocca per dare più spazio all'intrusione della sua lingua. Me lo ritrovai a cavalcioni sopra il petto, mentre strusciava la mazza sulle mie ...
    ... tette e io che estendevo la lingua al massimo per riuscire a leccargli almeno la cappella ormai lucida. Si avvicinò alla mia testa e riuscii finalmente a prendere in bocca la mazza che agognavo. Pian piano il pompino si trasformò in una scopata in bocca, ma io non mi lamentavo; le lacrime mi rigavano la faccia e la saliva mi colava dai lati delle labbra, giù fino al collo, ma mi piaceva essere usata e non mi ricordavo neanche più che oltre la parete c'era mio figlio con la sua ragazza. Me ne ricordai quando Jerome si portò le dita alla bocca ed emise un fischio forte e acuto, come per chiamare un cane. In breve entrò in camera Susanna, ancora solo con la maglietta e nuda sotto. La potevo vedere con la coda dell'occhio, visto che avevo ancora il bastone nero piantato in bocca che impediva, come un perno, di ruotare la testa. "Dai, falla godere" disse Jerome, e sentii che lei si posizionava in mezzo alle mie cosce. "mhhh! mnngghh!" era tutto quello che riuscivo a dire per oppormi! No volevo, era troppo perverso, e non ero mai stata con una donna! Ma erano tante le cose che non avevo mai fatto prima di conoscere questo depravato ragazzino nero. Susanna mi allargò bene le cosce con le sue manine e sentii il suo respiro caldo sulla mia passera fradicia e sensibile. Iniziò a leccarmi e a baciarmi con una delicatezza che male si abbinava alle bordate che Jerome mi rifilava in gola con il suo cazzone, ma che mi dava sollievo. Jerome estrasse il bastone prima dalla mia gola, poi dalla ...